Scrivono, ma son giornalacci, di quelli che ce l’hanno a morte con il Movimento 5 Stelle, cioè tutti, dato che la verità ce l’ha solo Grillo, che dentro il M5S ci sarebbero sommovimenti incazzerecci e scomuniche dal basso all’alto rispetto a diarie e volgari questioni di soldi, ché i purissimi che non mangiano e non vanno al cesso, e che non pagano l’affitto, e che avrebbero stravolto la questione dei compensi e delle diarie, si son resi conto che Roma costa.
I giornalacci di cui sopra, parlano di consultazioni tra gli iscritti, di percentuali trattenute all’80% e poi di decisioni personali su quanto destinare del proprio emolumento e a cosa, insomma, pare proprio una rivendicazione di libertà rispetto alla dittatura del web e delle riunioni verticistiche praticata dall’inizio dell’avventura parlamentare cinque stelluta.
Scrive l’Unità, giornalaccio ostile al M5S, che tra i partecipanti alla consultazioni sulle volgari questioni di soldi il 48,48% di circa 130 partecipanti (sono 163 i parlamentari del M5S) era orientato in favore del fare quello che cazzo uno vuole della propria diaria, stabilendo secondo coscienza quando trattenere (considerando anche che la coscienza degli Italiani è spesso afona).
Il giornalaccio fondato da Gramsci scrive anche che ci sarebbero opzioni minoritare da prendere in considerazione, tipo: per il 3,79% la diaria va completamente trattenuta e per un’analoga percentuale deve essere trattenuta all’80%. Si fermerebbe, continua l’Unità, al 2,27% la quota di chi ritiene che la diaria vada completamente trattenuta per i primi 4 mesi, per poi lanciare un nuovo sondaggio. Per la “rendicondazione pura”, e cioè quanto spendi, quanto trattieni, si pronuncerebbe il 36,30%, mentre il 5,30% indicherebbe di stabilire un limite di spesa per macro aree da confermare poi in una nuova assemblea dei gruppi.
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)