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Venezia, Emilio Campanella e le sue Architetture 2

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di Emilio Campanella

Come promesso alla fine di Agosto, eccomi qui di ritorno sull’argomento Architettura, così presente in questi mesi a Venezia, approfittando della temperatura più fresca di questi ultimi giorni. Come si sa molti padiglioni nazionali sono decentrati in altrettanti punti della città, in aggiunta a quelli presenti ai Giardini di Castello ed all’Arsenale.

Oltre a questi, altre importanti mostre si sono inaugurate nelle stesse date, e, nella maggior parte dureranno sino alla fine di novembre.

Andrò con ordine partendo dall’Isola di S.Giorgio dove è ospitato il padiglione dell’Angola, con un’ interessante iniziativa/progetto di giardini comuni a vari edifici con piante che filtrano e depurano l’acqua. LIFE BETWEEN BUILDINGS è il titolo della presentazione del nordico LOUISIANA MUSEUM OF MODERN ART; di seguito, nella piscina vuota, ormai adibita a spazio espositivo, un’ intrigante, curiosa, stimolante mostra fotografica di Carlo Rocchi Bilancini, che ha immerso nell’acqua, almeno per metà, i soggetti scelti, e li ha fotografati così! L’effetto è perlomeno straniante, quando non molto divertente e talvolta esilarante, dati gli atteggiamenti di assoluta quotidianità delle persone ritratte coinvolte nel gioco della ritrazione liquida; la mostra s’intitola: PESCI FUOR D’ACQUA. Siccome è esposta solo una scelta di immagini, consiglio il bel catalogo edito da Skira. L’esposizione è curata da Ziva Kraus e rimarrà aperta solo sino al 6 Ottobre prossimo.

A conclusione: CARLO SCARPA, VENINI 1932-1947. Ora tenterò di parlar male di una bellissima mostra, e soprattutto, cercherò di spiegarne il motivo. I vetri esposti sono magnifici, scientificamente e cronologicamente disposti in cinque o sei stanze successive; c’è anche una scelta di disegni preparatori, ma tant’è, c’è qualcosa che non quadra… si soffoca, come quando l’aria è troppo secca. L’allestimento manca di vita, di respiro, ed anche un po’ di gioco non guasterebbe, solo un poco… E le luci sono terribili: chiare diffuse, fisse, lo sono sempre, è vero, ma queste appiattiscono tutto, fanno il contrario che valorizzare. Peccato…Pollice verso!!!

Prendendo il battello e scendendo a S. Zaccaria si raggiunge il Palazzo delle Prigioni Vecchie, sede ormai tradizionale del padiglione di Taiwan. Il lavoro interessantissimo di quest’anno s’intitola: ARCHITECT/ GEOGRAPHER, Le Foyer de Taiwan. Un percorso semilabirintico di colline e stretti passi montani, che sono anche le stanze di un appartamento altrettanto, ovviamente, labirintico, costruito con strati di cartone ondulato. Verso la fine del “viaggio” sulle pareti è proiettato un corto gemello di quello presentato alla Biennale Cinema da Tsai-Ming -Liang.

Un’altra fermata di battello e si raggiunge il padiglione di Hong Kong, in Campo della Tana, di fronte all’ingresso dell’Arsenale, che propone INTER CITIES/INTRA CITIES, stimolante serie di progetti con fantasiose proposte per l’utilizzo degli spazi. A Palazzo Zorzi, invece, sede dell’UNESCO, il padiglione dell’Albania, al piano nobile: un’ampio excursus sulle città antiche, i piani urbanistici, il recupero i restauri, le devastazioni, le ricostruzioni, le sopravvivenze, di grande forza ed efficacia. Il titolo è: IN HERITAGE.

A Palazzo Cavalli Franchetti, in Campo S. Vidal, di fronte al Ponte dell’Accademia: BERTIL VALLIEN- 9 ROOMS; in poche frasi dagli appunti: architettura e dintorni; totem; ushebti, piccoli totem, para/crocifissi, Cristo-Osiride; paesaggi; plastici; trasparenze lucido/satinato. Ho scelto di riportare le mie note nella loro secchezza, perché questi lavori in vetro sono molto duri e forti. Non ho amato tutto, ma alcune cose, non poche, moltissimo.

Purtroppo, come sempre, e questa volta, anche molto peggio, l’illuminazione è pessima!

 

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