Si dirà che una stella di tal grandezza meritava i riflettori. Si dirà che la lettera di Hillary Clinton meritava i riflettori. Non si dirà che i dirigenti del Movimento – come lo chiama uno
dei tre (sic!) presidenti onorari di Arcigay – hanno avuto paura, vergogna, e chissà cos’altro. Davanti a centinaia di migliaia di persone si sono ascoltati pochi minuti di chiacchiere inutili di Paolo Patané e di Rossana Praitano (che sempre di è distinta per la lucidità del suo operare, al contrario del suo collega presidente-dimezzato dell’inutile Arcigay Nazionale) che hanno stupito per la loro mancanza di appeal. Il compito di fare domande ai politici è stato lasciato a Lady Gaga ”Quando potremo sposarci?”. Sarebbe bello raccontarle, se solo i tromboni del Movimento parlassero un inglese decente, i fallimenti assordanti della banda di dirigenti (sic!) che si dividono le poltrone tra partiti, parlamento, regioni e associazioni. Per una volta i siti gay seri, quelli con la parola gay nel dominio, non hanno pubblicato articoli trionfali, che è un buon segno. Interessante abbiamo trovato ciò che ha scritto gay.tv (cliccate qui per leggere). Un gay pride in più, un’occasione persa in più. Dopo la visibilità tutto rimane come prima. Omofobia, discriminazione e non uno straccio di diritto. Davvero un buon lavoro. Bravi bravissimi!
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