di Giancarlo Grassi
I due energumeni che nella serata del 28 febbraio hanno preso a schiaffoni in diretta televisiva (occhi di Trump che tornavano puntualmente alla telecamera) il presidente democraticamente eletto Zelensky, eletto con regolari elezioni come le loro, presidente di un paese che è stato attaccato in tempo di pace da un altro bullo al potere da 26 anni coi metodi che conosciamo, hanno detto al mondo chi sono. E hanno aggiunto, a beneficio di quel mondo che loro disprezzano, che potrebbero avere sbagliato i calcoli.
Con loro, alla rincorsa dell’autocrazia dei dazi e dei ricatti, delle grida contro chi non la pensa come loro, degli schiaffoni mediatici, dei “stai ballando con la Terza Guerra Mondiale” – guerra che, se mai arriverà, sarà provocata dalla follia messianica di Trump e del suo vicepresidente scendiletto – stanno rivelando al mondo chi sono anche i signori delle piattaforme web che utilizzano i potenti mezzi che sono stati fatti crescere senza controllo dagli USA e da altri paesi del mondo (ma non dall’UE che è diventata improvvisamente il nemico, unico quasi, contro cui combattere da ovest e da est) per i loro affari privati. Da cui la ribellione dei giornalisti del Washington Post.
Zelensky voleva garanzie mentre il Gatto e la Volpe volevano l’accordo sulle terre rare che il presidente ucraino, in mancanza di garanzie, si è guardato bene dal firmare guadagnandosi la sassaiola insultante alla quale tutti abbiamo assistito. Erano due contro uno, come quelli che vi vogliono convertire al loro credo, uno a sinistra e uno di fronte, è una tecnica comunicativa intimidatoria. Come quei sedicenti missionari che ti inchiodano con le loro cazzate e non c’è modo di liberartene fin quando non li mandi a quel paese perché si mettono di fronte a te a cuneo, in modo che tu non te ne possa liberare né da destra né da sinistra.
La stessa manovra a tenaglia applicata ieri in un mai così disonorato studio ovale – e questi due a parlare di onore; ed è con la stessa manovra a tenaglia che i nuovi USA a guida messianico-demenziale e la nuova Russia Imperialista dell’uomo del Cremlino stanno bullizzando il presidente Zelensky che avrà pure fatto i suoi errori, ma non è pur sempre alla guida di un paese che, a causa dell’attacco voluto da Putin per mandare a crepare in guerra i giovani che lo contestavano in piazza, ha perso circa il 20% delle case abitabili distrutte dai bombardamenti, ha circa due milioni di bambini il cui futuro è a rischio a causa de traumi subiti durante i bombardamenti, ha perso decine di migliaia di uomini ammazzati dalle bombe di Putin, ha perso il 22% del suo territorio e che, dato che ha ricevuto aiuto, dovrebbe cedere ai ricatti economici di un uomo che ha deciso di essere insieme Re e Messia. Una condizione che porta a perdere la testa. A volte letteralmente. Guardate la storia di Francia.
Zelensky non si è piegato e ha, anzi, rilanciato: “Non devo scusarmi di niente, chiedo solo garanzie” guadagnandosi l’ennesimo sprezzante giudizio da parte del segretario di Stato americano Rubio: “Ci ha fatto perdere tempo”. Gli USA sono diventati il paese del disprezzo al potere. E non si preoccupano di nasconderlo. Ovunque questa spaventosa arroganza li porterà non sarà certamente un bel luogo.
(1 marzo 2025)
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