di Samuele Vegna
Che cosa è lo stress? Che cosa è la decompressione?
La risposta a queste domande la conosciamo tuttə; tuttə sappiamo scientemente che dopo un periodo di lavoro è giusto, come è giusta certa giustizia italiana [sic], rilassarsi. C’è chi può permettersi vacanze di lusso e chi meno, e chi non può. Poi ci sono addirittura degli Stati che te la pagano, la vacanza.
Se sei un soldato israeliano stufo di mitragliare bambini affamati, siano essi libanesi, siriani o palestinesi, e se sei stanco di entrare nelle case delle loro famiglie e metterti a ridere, filmato, mentre indossi la loro biancheria, allora hai diritto alla vacanza in un resort di lusso in Sardegna o nelle Marche, protetto dalla Digos italiana. La Digos è citata dal Fatto Quotidiano, ma sostiene si tratti di dipendenti israeliani dell’agenzia di telecomunicazioni Cellcom (che ha rapporti molto stretti con l’esercito israeliano).
Si tratta della stessa Digos che è ampliamente sotto organico per proteggere personaggi politici e giornalisti minacciati da mafiosi o fascisti o altri facinorosi con pulsioni omicide, parrebbe essere stata impiegata per fare la guardia ai resort dove hanno soggiornato quest’estate centinaia di soldati di uno stato sotto accusa dall’opinione pubblica mondiale per genocidio.
Gaber probabilmente direbbe “io non mi sento italiano”; di sicuro si può dire che io non mi sento rappresentato da un governo che permette, da un lato, la vendita di armi a uno stato totalitario, che protegge coi soldi delle nostre tasse politici accusati di essere criminali di guerra, e dall’altro reprime il dissenso.
Per fortuna o purtroppo, dopo le vacanze estive, l’opposizione si è svegliata e ha invocato un’interrogazione parlamentare, che fa ridere al solo pensiero, visto che il Parlamento qui è stato ridotto più o meno a passacarte e che, come dire, “persino in parlamento, c’è un’aria incandescente, si scannano su tutto, e poi non cambia niente”.
La conclusione è semplice: il nostro governo sostiene uno stato il cui primo ministro è accusato di crimini di guerra, rifiuta di usare il termine genocidio, e nessuno dei componenti si dimette nonostante gli scandali, i rinvii a giudizio, a conferma che sempre più appartenenti alla cosiddetta classe dirigente, proprio come Netanyahu, vuole solo rimanere al potere non importa se si comincia a mettere il bavaglio all’informazione con i mezzi a disposizione – per ora leciti, ma del doman non v’è certezza.
Nel frattempo la polvere finisce sotto il tappeto, la polvere di macerie gazawe, e il sangue di quel popolo, basta non mostrarlo. Mettendo il silenziatore alle tv di stato e a quelle amiche.
(15 settembre 2025)
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