di D.S.
Il Fondo sovrano norvegese, il più ricco al mondo, ha annunciato il suo importante disimpegno da soggetti industriali e finanziari legati a Israele dando una lezione di coerenza e ordine a un’UE disordinata e infruttuosa che, au contraire, tergiversa inconcludente.
A Bruxelles si è infatti alle prese con i sì e i no legati a rompere l’Accordo di associazione con Israele per la violazione dell’articolo 2 che stabilisce come “elemento essenziale” il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici da parte di entrambe le parti. La Norvegia, paese ricchissimo (se il fondo norvegese si troverebbe in conto corrente 350mila euro, neonati inclusi), decide. E saluta.
Il Fondo è gestito dal ministero delle Finanze e investe per conto di tutto il popolo norvegese le sue enormi risorse in circa 8.500 aziende internazionali in tutto il mondo, ma vista l’aria che tira, ha deciso di cedere le sue quote nel gruppo americano Caterpillar, colosso dei macchinari da costruzione – ruspe, bulldozer -, non essendoci “dubbio che i prodotti Caterpillar siano utilizzati per commettere violazioni diffuse e sistematiche del diritto internazionale umanitario” a Gaza e in Cisgiordania.
Il fondo norvegese – era tra i 10 maggiori azionisti di Caterpillar – ha inoltre dichiarato di essersi ritirato anche da cinque banche israeliane accusate di aver finanziato la costruzione di insediamenti illegali in Cisgiordania: First International Bank of Israel, FIBI Holdings, Bank Leumi Le-Israel, Mizrahi Tefahot e Bank Hapoalim che hanno “contribuito al mantenimento degli insediamenti israeliani fornendo servizi finanziari che sono un prerequisito necessario per l’attività di costruzione negli insediamenti israeliani in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est”.
Il disimpegno della Norvegia continua a grandi passi.
(26 agosto 2025)
©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)