di Giancarlo Grassi
Verrebbe da citare Ivan Cattaneo che in un suo brano quasi sconosciuto ai più, cantava del preludio di una pentola a pressione, in un supermarket poco prima la rivoluzione, perché si è avuta questa impressione, a guardarla con occhio cinico, ascoltando il giovin Leoni che le ha cantate chiare a Forza Italia dei grandi, quelli che mal sopportano Tajani – ma Tajani li ha portati al governo e la poltroncina, si sa, è comoda.
Il riferimento del giovane Leoni potrebbe anche essere a un 24enne suicida, interno al partito, avvenuto circa un anno fa, col giovane che si lancia dal balcone dell’hotel che lo ospita. Cause mai chiarite pubblicamente, e ci mancherebbe altro, ma l’impressione che il riferimento ai nostri giovani che si suicidano, sia sufficientemente chiaro da non avere bisogno di spiegazioni ulteriori.
La concomitanza dell’inutile presenza di Fedez sul palco dei giovani di Forza Italia al grido silente di ognuno si ricicla come può o secondo il suo stile, quasi contemporaneo al grido di dolore politico di Leoni, ha regalato l’opportunità ai quotidiani nazionali – quelli seri, mica scalcagnati come il nostro, che già chi lo pensa e va preceduto – di invisibilizzare il coraggioso intervento del nuovo coordinatore dei giovani del partito che fu di Berlusconi padre e che ora è dei Berlusconi Figli, che non devono ancora essersi stancati a sufficienza dell’irrilevanza del partito e della grande fuga dei pezzi da novanta che hanno portato i voti al partito di Meloni.
Del resto se a fronte di un Fedez che senza nulla da dire, in preda a un inconsapevole contagio da jovanottismo, riesce a collocarsi con poche parole più a destra del congresso che lo ospita, è evidente che dentro Forza Italia c’è un problema: ed è quello del geriatrico che non molla il potere e tiene sotto-giogo l’entusiasmo giovanile. Perché avrebbero anche il coraggio di chiamarlo entusiasmo, quando è disperazione.
(1 giugno 2025)
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