La California, che è lo stato più ricco e popolato degli Stati uniti, ha deciso di sfidare il presidente Trump e le sue insane decisioni sui dazi. Il governatore della California Gavin Newsom e il ministro della Giustizia Rob Bonta hanno fatto causa ieri davanti nella U.S. District Court del Northern District locale, sostenendo che il capo della Casa Bianca non aveva l’autorità di imporre le tariffe.
La causa chiede quindi ai giudici di “bloccarle subito, perché stanno già provocando danni significativi e irreparabili” in un “attacco frontale all’intera strategia dei dazi, che se avesse successo li fermerebbe in tutto il paese”, scrive Repubblica, “dando così un sostegno anche alle varie nazioni colpite”, comprese le isole popolate solo da pinguini che non sappiamo se pagheranno i dazi in uova o verranno direttamente sterminati formando essi anche – e stabilmente – coppie omosessuali, dunque woke.
Il governatore della California lancia quindi la sfida a Trump, una doppia sfida che potrebbe includere la candidatura di Newsom alla Casa Bianca nel 2028. Sempre che una possibile stretta veramente illiberale della cleptocrazia trumpiana non decida di incarcerarlo prima, sull’onda degli esempi turco e russo.
Nel frattempo le crepe dentro l’amministrazione cominciano ad essere visibili con il segretario di stato Rubio che contraddice apertamente e pubblicamente il presidente che parla di Ucraina asserendo che ad aggredire Kyiv è stato Putin.
(17 aprile 2025)
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