di Giovanna di Rosa, #Lopinione
Riesce a infilarne una dopo l’altra, e nel mentre Giorgetti se lo cuoce a fuoco lentissimo dentro il partito chiedendogli dalle pagine del Messaggero di decidere che cosa vuole essere, il Matteo Salvini che approfitta della visita privata di Bolsonaro in Italia per continuare a scavarsi la fossa.
Va giù di badile, Salvini, come se gli si confacesse il mestiere, e dice di volersi scusare “con il popolo brasiliano per le polemiche nei confronti del presidente Bolsonaro venuto qui oggi”. Si scusa anche se non c’è niente di cui scusarsi, perché in Brasile il presidente Bolsonaro è contestato anche con più forza, oltre ad essere sotto accusa per crimini contro l’umanità, ma Salvini finge di non saperlo perché è convinto che la sua ennesima azione senza senso politico possa servirgli. E non si placa.
“Bolsonaro è il presidente eletto di una Repubblica amica, venuto qui oggi a ricordare migliaia di soldati che hanno combattuto per liberare l’Italia. È surreale che venga contestato”, ha aggiunto. Ma si dimentica che è proprio lui, Salvini, a dichiarare urbi et orbi, ogni anno di festeggiare la liberazione d’Italia del 25 aprile. Dunque quelli che hanno liberato l’Italia vanno celebrati e l’Italia libera no?
L’uomo è evidentemente confuso e travolto dal suo furore anti-comunista – frutto della conversione da ex comunista anti-proibizionista in leghista-sovranista politicamente aggressivo, filo-teocratico a singhiozzo e proibizionista – e tira in ballo sconclusionatamente da Cesare Battisti alla sinistra, ai caduti in guerra, suggerisce di “lasciare in pace i cimiteri” e attacca Lula (leader politico di uno stato straniero). Un vero statista.
La zona della cerimonia era stata blindata dalle forze dell’ordine. Presenti uno sparuto gruppuscolo di simpatizzanti [sic] pro-Bolsonaro mentre nel centro di Pistoia si svolgeva una manifestazione di protesta.
L’incontro tra Salvini e Bolsonaro è andato di traverso anche a Forza Italia, che ha dichiarato tramite un portavoce: “La nostra politica estera è quella di Draghi e non quella di Bolsonaro”; sostituite il nome del presidente brasiliano con quello di Salvini e la frase è ancora più chiara.
In patria il sovranista ambientale e No vax presidente per cecità temporanea, è stato messo in stato di accusa dalla commissione parlamentare Covid del suo paese per genocidio e crimini contro l’umanità e le popolazioni indigene (oltre ad altri capi di imputazione molto gravi) a causa della sua gestione della pandemia: oltre 608 mila morti e quasi 22 milioni di casi. Solo Salvini può trattarlo come un eroe da rispettare pensando di farsi politicamente del bene.
(2 novembre 2021)
©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)