di Daniele Santi, #politica
Non per manifestare un essere filo-PD che è molto lontano da noi, mica per il PD in quanto tale, ma perché siamo molto lontani da essere filo-chiunque, non ci stupisce nemmeno più di tanto che tutte le forze politiche siano concordi nel dare la colpa al PD dell’affossamento del Ddl Zan. Certo il PD ha le sue responsabilità. Ma non era solo in questa avventura.
Molti degli esponenti di Italia Viva che hanno scritto vergognosi comunicati stampa, carichi di un livore ingiustificabili persino verso chi si fosse macchiato della colpa di uccidere nostra madre, gravidi di un’ignoranza politica e di un’adorazione per il capo supremo da far vergognare chiunque abbia un po’ di senno politico dimenticandosi molto in fretta che gli articoli che sono stati contestati negli ultimi giorni erano frutto di una trattativa proprio con Italia Viva e con la Lega con i quali c’erano stati accordi.
Ogni proposta di Legge ha del resto alcuni paletti insormontabili e così anche il Ddl Zan al quale riconosciamo il difetto primigenio di essere stato scritto maluccio, non lo diciamo solo noi, e quando una cosa è scritta maluccio non si ha altra scelta che scriverla meglio. Ergo il suggerimento di riscrivere alcuni punti che prestavano il fianco ad interpretazioni di vario genere avrebbe potuto essere accolto, ma Alessandro Zan è nella trattativa privata della politica assai più coriaceo delle mitezza apparente che dimostra nelle uscite pubbliche, come Enrico Mentana poco garbatamente gli ha ricordato, senza dirlo apertamente, mentre lo intervistava al TG La 7 il 27 ottobre scorso.
Renzi, da parte sua, non l’aveva mandata a dire qualche settimana fa quando, sibillino, aveva ricordato che “Bisogna saper fare i conti” a dire che i numeri in Senato non c’erano e anche Enrico Letta aveva consigliato a Zan di verificare, non di andare avanti a testa bassa, pubblicamente, da Fabio Fazio, domenica 24 ottobre – auspichiamo una veloce comprensione che di diritti e delle politiche per proteggerli non si dovrebbe parlare in televisione in prima serata.
Si ha in più la sensazione che Matteo Renzi abbia voluto ricordare al M5S – con cui governa per convenienza e non per amore, nell’ennesimo governo da lui costruito, quasi a dire che lo butta giù quando gli pare – il brutto scherzo che questi gli fecero quando vennero approvate le Unioni Civili e loro dissero “No” all’ultimo momento con un intervento dell’On. Airola che ci suona ancora nelle orecchie (eravamo lì), costringendo Renzi a ricorrere ad Alfano le cui richieste resero la Legge una legge per unioni di serie B. Avevano scritto che il M5S avrebbe impallinato la Legge sulle Unioni Civili il 17 marzo del 2016 quando tutti, nel Movimento, dicevano che avrebbero votato a favore.
Si tratta dunque di una faida antica alla quale si dovrebbe porre fine in fretta. Ma non ci aspettiamo tanto.
Se il PD ha fatto un errore è stato quello di pensare che si era discusso abbastanza e toccava votare: se il voto in Senato era sdoganare e rendere noto al mondo che le Destre orribili sono omofobe, lesbofobe, transofobe, misogine, contro le donne, contro le libertà individuali e dell’abilismo non gli importa un accidente, l’obbiettivo è raggiunto. Ma alcuni milioni di persone pagano un prezzo altissimo. Ci pensino al Nazareno prima del prossimo azzardo (è possibile non fare due calcoli sul fatto che la recente vittoria del PD alle elezioni amministrative avrebbe portato le Destre a cercare in ogni modo di dare loro quella che considerano una lezione e non, invece, la loro ennesima figura di merda sul tema dei diritti di tutte e di tutti)?
(28 ottobre 2021)
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