di Giancarlo Grassi, #Politica
Il nostro articolo “Spezzatino di Conte a fuoco lento” ci ha rimediato diversi improperi e un certo numero di follower persi, perché si leggono solo i titoli, ma effettivamente coloro che si sono arrabbiati, avevano ragione. Siamo stati imprecisi: questo è uno “Spezzatino di Conte a fuoco lentissimo”. Non lo scriviamo perché abbiamo in odio Conte. Al contrario, riteniamo Conte persona degnissima, capace, con un unico difetto ereditato probabilmente dal suo gruppo politico di riferimento: l’immobilità. Che in politica non funziona mai.
Lo scontro politico in atto, perché di scontro politico si tratta e non di odio personale, sta tutto lì: riassumendosi in due visioni della politica differenti. Quella che fa capo al M5S e a Conte, fatta di immobilismi, lentezze, elefantismi e diffidenze (troppe diffidenze… troppe) e quella che sposa la visione di Renzi tesa al rischio, alla provocazione, al sovvertimento dell’esistente per una visione più ampia. E se volete anche più opportunista.
Questa partita, e anche questo fa parte della politica e non dello scontro personale, Conte l’ha persa e l’hanno persa anche quelli del M5S che si trovano ora Fico, quel Roberto Fico che avevano confinato alla presidenza della Camera per renderlo più o meno innocuo a fare da grande tessitore per fare ingoiare a Conte e a Di Maio tutti i rospi che dovranno ingoiare.
La faccenda sarà lunga e costerà teste e dismissioni e delusioni e rimpasti e non è azzardato immaginare che Italia Viva ne uscirà più forte, come probabilmente il governo ne uscirà con una maggioranza allargata soprattutto al Senato. Quindi più forte a sua volta, nonostante certe tesi distruttive del quotidiano di Travaglio quotidiano capace di ottime analisi politiche, soprattutto quelle del vice Scanzi, meno efficace quando il Travaglio nazionale è accecato dalla rabbia nei confronti di Renzi.
Dunque lentissimamente la matassa si dipana e si comprende che quello di Renzi non sembra essere stato un salto nel buio per precipitare l’Italia nel caos, ma un sano scossone, certo rischiosissimo, ma in politica il rischio è all’ordine del giorno, per ridare vigore ad un governo schiacciato dall’enorme sforzo profuso per il controllo della pandemia. Uno scossone, quello di Renzi, che costringe anche il M5S ad una crescita politica interna necessaria che fino ad ora non hanno affrontato e che potrebbe trasformare il Movimento in quella cosa autenticamente riformista che era l’obbiettivo principale della sua nascita e che tra persone di valore e cialtronismi evidenti non è ancora riuscito a essere.
In questo lo spezzatino di Conte a fuoco lentissimo è un’occasione irripetibile di crescita per l’intera compagine governativa, Giuseppe Conte in primis, che deve diventare autenticamente riformista per far fronte ad una estrema destra sempre più estrema, sempre più conservatrice e sempre più impresentabile, cambiando modus operandi, includendo nel cambiamento immediato il metodo Casalino.
(31 gennaio 2021)
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