di E.T. #TV&Radio twitter@gaiaitaliacom #Media
Raramente si è visto un autogol più clamoroso nel mondo dei media radiofonici; raramente simile cecità è stata data in pasto ai media in maniera più plateale, fatto che denuncia sempre la mediocrità degli attori in campo; mai un endorsement è stato più platealmente stupido ed inutile.
Ricorderete la storia: Radio24 decide di fare a meno di Oscar Giannino perché troppo antigovernativo, nello specifico, troppo antileghista – ma lui faceva i conti senza sbagliare e non si inventava le cifre come Salvini – e viene confezionata una nuova programmazione, insipida, normalotta, un po’ banale, senza nessun picco di critica che indichi rifiuto della normalizzazione richiesta dalla storia d’amore tra il leader di Confindustria e la Lega. Cosa succede? Succede che appena ufficializzata la querelle con Giannino l’ex ministro Salvini fa saltare il governo. Sparisce anche Enrico Ruggeri. Non si sa perché, ma si sopravvive anche a quello.
Per il direttore di Radio 24 dev’essere stata una doccia fredda mica da ridere, ma è tardi. La nuova programmazione parte il 2 settembre come previsto: è brutta, banale, piatta, non dice nulla che non sia prevedibile, non racconta nulla di nuovo ed anche l’informazione dei notiziari ha perso una certa verve dissenziente che traspariva qua e là.
C’è un ‘unica perla: è il programma di Matteo Caccia chiamato Linee d’Ombra. Ben costruito, ben scritto e ben raccontato. Il resto è normalizzazione da rivoluzione sovranista attento a non dire nulla di scomodo. Peccato che ora il governo italiano sta più a sinistra che a destra e che la Lega sia ridotta a partito di opposizione senza nessun potere – a parte qualche presidente di commissione che a giugno 2020 decadrà.
C’è da sperare che la linea editoriale di Radio 24, radio di Confindustria, non sia lo specchio della lungimiranza di Confindustria stessa. Sarebbe avvilente. Per loro, prima di tutto. A noi forse darebbe solo qualche risposta in più sullo stato delle cose.
(04 settembre 2019)
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