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di Giovanna Di Rosa #Politica twitter@gaiaitaliacom #pentaleghismo

 

Si dibattono come i pesciolini tra i tentacoli di un anemone di mare i figliocci del Grillo che si trovano a fare i conti con l’avere creato una cosa troppo più grande di loro, con l’averla raccontata così bene da farci cascare un terzo del paese e con il non riuscire a gestire nulla, perché le hanno raccontate così grosse che non possono mantenere nulla. Non gli resta che saltare in aria.

Cazzi di chi ci ha creduto, direte voi. No. Cazzi di tutti.

Poveracci. Non li invidiamo. Per il reddito di cittadinanza non ci sono coperture ed oggi persino Giorgetti, che non è proprio uno che non conta niente, ha detto chiarissimamente che se dovesse rimanere una misura fine a se stessa (cioè, propagandistica) quella misura non servirebbe a niente ergo si può anche non farla. Pare che il ministro del Lavoro abbia avuto un mancamento. La legge Fornero resta dov’è e se ne parla, della famosa quota cento, fra due anni. Se andrà bene. I 25 miliardi del facciamo tutti quello che ci pare, sono diventati 7 (o 7,7 a seconda chi la racconta); la sinergia tra Trenitalia e Alitalia e gli Autobus pubblici che dovrebbe servire a portare i turisti su e già per l’Italia, sinergia delirata dal ministro del Lavoro, non trova nessun acquirente (né nessuno che la prenda sul serio) perché i dipendenti Alitalia sono troppi, erano troppi già vent’anni fa, e chi compra vuole tagliare – senza parlare dei debiti di Alitalia; addirittura poi si introducono nei decreti misure che aumentano l’inquinamento e condoni di qua e di là, ma soprattutto ad Ischia (luogo caro al ministro del Lavoro). E il problema sono i migranti.

Così i pesciolini, o i grillini, come volete, sono travolti dai tentacoli di questo gigantesco anemone che si chiama “differenza tra il dire e il fare” perché se prometti dieci, ma poi hai a disposizione uno, è evidente che delle tue promesse non te ne fai nulla.

La questione ci provoca una certa inquietudine perché questi scriteriati che si stanno godendo il loro momento di gloria – “Fama, infamia… Che importa. Sarò ricordato… ” [cit.] – hanno illuso la povera gente, quelli che nulla avevano e ancor meno avranno perché in pochi mesi la macchina Italia si è fermata, gli investitori sono scappati, sono stati persi 40mila posti di lavoro, lo spread è balzato oltre i 300 punti (soglia di pericolo per le banche punti 400), la disoccupazione è tornata ad aumentare e quella giovanile ha ripreso a crescere. Non c’è male per chi prometteva miracoli. Già che c’erano, con la concorrenza che c’è in giro e dura da un paio di millenni, potevano attrezzarsi meglio.

Se proprio non doveste vedere futuro, e credeteci futuro c’è sempre, soprattutto quando sembra non essercene, pensate alle panzane del ministro che racconta in giro (bugia) che addirittura Macron se ne frega della TAV dimenticandosi che gli unici a fregarsene delle grandi opere che fanno progredire i paesi sono loro, gli ultraconservatori del grillismo miracolistico.

 





 

(2 novembre 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

 

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