di Gaiaitalia.com, twitter@gaiaitaliacom
Decisamente la democrazia va stretta allo Zar Putin. Così stretta che limitare l’opposizione interna a le sue manifestazioni pubbliche – ed incarcerare o ridurre al silenzio i suoi capi politici – è diventata una delle occupazioni primarie del dittatore della nuova Russia.
Se poi gli oppositori interni hanno la malaugurata idea di chiedere la liberazione di Navalni, oppositore recentemente arrestato dalla cricca putiniana che vede la democrazia come il fumo negli occhi, allora sono guai. Così mentre a Mosca oltre mille dissidenti manifestavano contro la neo Unione Sovietica del presidente Putin ex capo del Kgb, e si raccoglievano in piazza Pushkin, gli agenti antisommossa in assetto di guerriglia urbana portavano via dal centro di San Pietroburgo almeno cento persone che manifestavano contro l’incarcerazione di Alexiei Navalni e la sua esclusione dalle presidenziali del prossimo anno.
Naturalmente gli organi d’informazione ufficiali al servizio di Vladimir Putin riferiscono di “solo” 38 persone arrestate peraltro “già” liberate. Le manifestazioni, in oltre 50 città russe, nel giorno del compleanno del presidente-dittatore che nega le opposizioni e i metodi democratici in tutti i modi possibili compreso quello di incarcerarli ed impedire loro di partecipare alle elezioni presidenziali.
A San Pietroburgo, secondo la televisione locale Dozhd, sarebbero scese in piazza diverse migliaia di persone e in altre città della federazione sarebbero state arrestate – addirittura prima che scendessero in piazza – circa 140 oppositori.
(7 ottobre 2017)
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