di Paolo M. Minciotti
Come i frequentatori di locali gay sanno bene, non c’è niente di più insopportabile di una vecchia signora con il raffreddore. Qualsiasi metafora si voglia nascondere sotto “raffreddore” è proprio così. Lo testimonia la reazione indignata e scomposta di una lettrice (che abbiamo sicuramente perso) che ha tacciato di “ignorante più che lurida”, la nostra Amatissima, con un post indignato – da raffreddore, appunto! – a corredo dell’articolo che la rubrica La Pagina de La Lurida pubblicava sul Festival di Sanremo sulla nostra pagina Facebook. Alle nostre risposte che la prendevano bonariamente in giro la Signora con il Raffreddore, sedicente professoressa in un liceo o in una qualche scuola (per questo deve sentirsi portatrice di tutte le culture) ci ha intimato con un “Avete capito che non voglio più avere a che fare con voi?” di starcene zitti. Qualcuno di noi, davvero non so chi, ha risposto “Rock’n’Roll”, citando Bret Easton Ellis. Ma forse questo la Signora con il Raffreddore non lo sa.
Ora, posto che ci viene davvero difficile credere che a quasi quattro anni dall’esordio de La Lurida sul nostro giornale ci sia ancora qualcuno che si scandalizza – e in quel modo! – per un articolo volutamente sgrammaticato e scritto in quel modo, non ci resta che raccontare come stanno le cose. Ancora una volta. La rubrica La Pagina de La Lurida è nata proprio per stanare i perbenisti ed i conservatori dalla ferocia travestita da pelle d’agnello, che si nascondono ovunque. Ed abbiamo avuto successo. Ogni insulto a La Lurida ed alla sua maniera di scrivere sono la testimonianza che avevamo ragione: c’è sempre qualcuno che ci casca nel “poteva studiare un po’ di più”. Se La Lurida, ci vuole coraggio anche solo a scegliere quello pseudonimo, non fosse dotata di solidissima cultura da libro, oltre che di altrettanto solida cultura da strada, non potrebbe scrivere ciò che scrive nel modo in cui lo scrive. Datevi una mossa e correte a leggere i suoi articoli qui e capirete il perché: la rubrica è un’esempio di osservazione sociale acuta, acutissima vista dal punto di vista della strada. Dal punto di vista cioè di una che la strada la faceva coi tacchi di notte, quando le Signore con il Raffreddore dormono o guardano gli sceneggiati e troppi mariti se ne vanno alla ricerca di piaceri che alle mogli con il mal di testa non chiedono di dargli. Alla faccia dello scandalizzarsi per un italiano impuro, scritto per “fomentare l’ignoranza” e delle cretinate di una povera donna che per sentirsi vincitrice, almeno su Facebook, pretende di chiuderci la bocca con un “Addio” che c’ha fatti ammazzare dal ridere.
(10 febbraio 2017)
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