di Il Capo
Ci sono punti in comune tra il M5S e le Olimpiadi di Rio 2016, punti in comune che non hanno a che fare con le figuracce degli atleti, come sarebbe facile immaginare, quanto piuttosto con le condizioni dell’acqua della piscina dei tuffi, diventata verde, senza che nessuno, nessuno, fosse in grado di risolvere il problema o di offrire soluzioni adatte. Tutto questo mentre gli atleti devono continuare a gareggiare. La sottile metafora che porterà altri esponenti della cameratismo grillino ad insultarci con offese personali (ci toccherà dare il via alle querele), ha a che fare con il pantano di polemiche nel quale la giunta Raggi è costretta a sguazzare come se non ci fosse rimedio, così come pare non esserci rimedio al verde della piscina di #Rio2016. E se dal lato Rio De Janeiro, i responsabili degli impianti acquatici di quel capolavoro di disorganizzazione che è l’Olimpiade carioca, si sono dovuti arrampicare sugli specchi per giustificare l’ingiustificabile, la stessa cosa succede agli uffici stampa del Campidoglio, alle prese con spiegazioni tragicomiche che nulla di buono portano in quel capolavoro di disorganizzazione che è la Casa pentastellata. Va detto che non siamo di quei moralisti che gridano allo scandalo per lo stipendio altrui, siamo di quegli osservatori che dai politici (tutti) pretendono coerenza tra i proclami ed azione, e va detto che quei poveracci del M5S, bravissimi nel costruire le proprie fortune sulle casse da morto altrui, al momento della verità e del buon [sic] governo, si trovano impantanati nella loro insopportabile e presuntuosa incapacità.
Da Roma parte la metamorfosi del buon grillino: dal Reddito di Cittadinanza al Reddito al Funzionario. Cosa c’è di male? Nulla. Personalmente credo che i lavori che implicano grandi responsabilità ed impegno debbano essere giustamente retribuiti. Non siamo stati noi da questa testata a gridare allo scandalo per gli stipendi altrui: sono stati gli esponenti del M5S ed i loro ciechi, sordi e cafonissimi attivisti. Non è stata una delle nostre redattrici a suggerire alla Pifferaia che doveva cambiare Roma in un giorno, cosa raccontare in campagna elettorale, è stata proprio Virginia Raggi a raccontarle così incredibili da non poter quasi pensare che fossero panzane.
E’ evidente che consideriamo uno scandalo che Virginia Raggi abbia promosso Salvatore Romeo, attivista del M5S e già funzionario del Comune, ora capo della segreteria politica della sindaca, elevando il suo stipendio a quello di “dirigente con un trattamento economico da terza fascia”: da 30mila euro lordi l’anno a 120mila, tutto in una notte. Ma non per il trattamento economico in sé, ma perché il M5S, sull’eliminazione dei privilegi di quella che chiamava la “Casta” dei dirigenti legati ai partiti, ha costruito una narrazione politica fatta di balle e di titoli roboanti sui social. Ora fanno lo stesso. Beato chi ci è cascato. Poi se il Sig. Salvatore Romeo, che immaginiamo persona rispettabile, percepisce quell’onorario, noi partiamo dal presupposto che lo percepisca perché lo merita. Poi parleranno i fatti. Per la cronaca, e solo per la cronaca, la persona che ricopriva lo stesso incarico nella giunta di Ignazio Marino, vale a dire Silvia Decina, aveva un compenso più basso di 18mila euro.
Scrive Il Messaggero, che lo stipendio di Romeo triplicato da Raggi avrebbe provocato diversi maldipancia ai vertici del M5S: fatti loro. Certo è che nel caso di funzionari promossi da giunte PD o di altre forze politiche, i pentastellati hanno detto tutto ed il contrario di tutto. Ora dimostrano che la fortuna politica, o militanza ben ripagata che dir si voglia, è pratica di ogni rispettabile e meno rispettabile schieramento politico, se è vero che Sua Maestà Raggi delle Funivie, avrebbe fatto una partita di nomine da oltre 1,2 milioni di contratti (al mese). Come sempre c’è chi entra e chi esce: a Laura Benente, direttrice delle risorse umane del Campidoglio, Roma Capitale dice bye bye.
Il balletto delle nomine potrebbe non finire qui: la neonata Casta 5 Stelle, si arricchirebbe di nuovi, eclatanti protagonisti, così blasonati (e vicini ad Alemanno) da far impallidire il Vate Grillo che a Donna Raggi del Libero Scambio aveva chiesto di basarsi esclusivamente sul M5S per le sue scelte di collaboratori: scrive Dagospia che il vicecapo di gabinetto Marra (che al passato con Alemanno e con l’ ex ad di Ama, finito nell’ inchiesta Mafia Capitale, Panzironi, unisce quello con l’ ex governatrice del Lazio Renata Polverini, e con l’ ex direttore generale della Rai Mauro Masi) starebbe per essere promosso – questione di giorni – a responsabile della sicurezza. E sarebbe a capo di un’ operazione per promuovere alla guida del Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane un ex ufficiale della Guardia di Finanza come lui, Gianluca Viggiano.
Quando scrivevamo che per noi, numerosi Cittadini M5S erano animati più dalla voglia di appropriarsi dei “privilegi” che contestavano agli altri che da un’idea politica che avesse un senso, visto come stanno le cose, non eravamo così lontani da ciò che abbiamo ora sotto gli occhi: è nata la Casta 5 Stelle di tutti gli inciuci.
Le persone minimamente intelligenti non dicono mai “L’avevamo detto”. Si chiedono solo cosa pensino di tutta questa storia i gèni della Casaleggio Associati e Beppe Grillo.
(14 agosto 2016)
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