di Paolo M. Minciotti
E’ l’odio gratuito, ancora una volta, a far parlare di sé più che l’atto sconsiderato che lo caratterizza. La rabbia cieca di un gruppo di estremisti di destra dalla vita tanto vuota quanto disperata, dall’ignoranza così profonda da distruggere quel poco di buon senso che va oltre l’istinto, si è scagliata contro il monumento a Pierpaolo Pasolini che la Lipu gestisce nell’oasi di Ostia all’interno della quale è ubicato il parco dedicato al grande intellettuale morto ammazzato quarantuno anni fa.
Il monumento, una scultura realizzata da Mario Rosati, è stato fatto a pezzi, con grande soddisfazione dei fascistucoli tutti chiesa, patria, famiglia, ignoranza e teste vuote che con il loro atto si sono fatti grandi l’un l’altro per una notte e che passata la soddisfazione di aver distrutto un monumento, chiamato frocio un morto, definito pedofilo uno che non lo era, torneranno nelle loro catacombe oscure a vivere una vita nella quale sono già morti senza saperlo sollazzandosi con i loro incoffessabili piaceri. Si guardassero “Salò o le 120 Giornate di Sodoma”.
Monumento distrutto o no, Pierpaolo Pasolini rimane uno straordinario pensatore, scrittore, regista, poeta, drammaturgo, la cui opera è eterna. La gentaglia che non sa nemmeno dove ha le chiappe e che distrugge essendo incapace di costruire rimane un’accozzaglia di vandali che senza stadio né gente da offendere non saprebbero come riempire un’esistenza inutile.
Il monumento a Pasolini sarà ricostruito. Di questi barbari dell’era moderna non rimarrà nulla. E meno male.
(1 aprile 2016)
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