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Parlando dei genitori omosessuali nelle “famiglie tradizionali”, tanto per gradire

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Violenza su Minoridi Giovanna Di Rosa

 

 

 

 

 

Siccome mi sono rotta le scatole di sentire parlare degli effetti nefasti sui bambini cresciuti da coppie omogenitoriali vorrei richiamare l’attenzione sui padri e madri segretamente omosessuali delle “famiglie tradizionali”. Innanzitutto sarebbe ora di dire che esistono, e sono più numerosi di ciò che si crede. E vivono la loro sessualità travestita da “tradizione” in luoghi segreti, in appuntamenti spesso a pagamento, in luoghi poco sicuri e iginicamente discutibili. Sono quelli che spesso si scagliano contro ogni avanzamento dei diritti individuali, sono i moralisti censori, sono gli infelici che siccome si sono condannati a una vita di merda a causa della loro codardìa pretendono che gli altri facciano lo stesso, sono i professionisti in vista che eleggono la famiglia come scudo. Troppo spesso quella degli altri, oltre alla loro. Sono quelli dell’educazione religiosa a tutti i costi, quelli spesso anaffettivi e che mettono in guardia i figli che crescono da mulini a vento e spaventapasseri. Perché un passero non potrà mai essere un’aquila. Sono i genitori che fanno le battute omofobe nei bar e che telefonano ai network radiofonici facendo domande ambigue che sono chiarissime, ma non per loro, che passano la vita a nascondersi. Sono quelli che sono d’accordo con il “Family Day” che ci vuol pur qualcuno che difenda la “famiglia tradizionale” sennò io ‘ndo vado e che non dicono “muh” sui preti pedofili o sui padri puttanieri a caccia di minorenni in Thailandia, ad esempio, immondo mercimonio sessuale del quale l’Italia detiene il triste primato. Sono quelli che ne hanno una per tutte le stagioni, che rassicurano e non scendono in profondità, mai. Quelli delle frasi fatte. Degli scherzi e dei palpeggiamenti negli spogliatoi che spingono il figlio a fare sport, che “almeno lui cresca maschio”, o le figlie verso le bambole, ché son cose da donna. Son quelli sensibili all’inesistente e ridicola teoria del gendere creata a loro uso e consumo, terrorizzati dall’approfondimento sulla questione. Son quelli che non perdono occasione per virili palpeggiamenti tra maschi in presenza di altri maschi in luoghi per maschi, tanto è tra maschi. Son quelli che rincorrono l’amico d’infanzia con cui smaneggiavano piselli. Ma questi sono la minoranza silenziosa che appoggia il cattofascismo per opportunismo e codardia e sui figli dei quali notizie non se ne hanno. Se non quando sono vittime degli istinti pedofili dei loro stessi padri (e meno frequentemente anche madri). Trovate che sia piena di pregiudizi? Sto semplicemente rigirando a certe famiglie ciò che sento su certe altre famiglie.

 

La maggior parte, per fortuna, dei genitori omosessuali che hanno scelto di stare in una coppia eterosessuale ed hanno generato e cresciuto figli, sono padri e madri amorevoli, che crescono i figli con coscienza, vivendo con conflittualità o con serenità a noi sconosciuta la loro parte omosessuale, e che seguono con amore e comprensione i loro figli e figlie. Che crescono sereni e grati, con gli inevitabili conflitti che tutti viviamo e che cerchiamo di risolvere con i nostri mezzi.

 

Queste poche righe per ricordare a certi senatori e a certaltri appartenenti a gerarchie di scapoli per voto che il loro miserrimo contributo fatto d’odio e incompetenza alla vita di persone che sanno cosa è la vita, perché hanno scelto di viverla fuori da mura privilegiate, non serve a nulla. Per ricordare loro di starsene zitti. E che sono loro ad avere bisogno di guida, accecati come sono dalla loro sete di potere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(5 febbraio 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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