di Giovanna Di Rosa
Nella giornata del 13 gennaio abbiamo pubblicato un articolo (che potete leggere qui) che riguardava le dichiarazioni del ministro della Religione turco ed il suo presunto endorsement alla “lussuria” che i padri possono provare per le figlie che l’intervento del ministro in qualche modo giustificava. Dopo la pubblicazione abbiamo ricevuto da Istanbul il commento via Facebook di una lettrice che ci comunicava quanto segue:
Secondo quindi quanto affermato dalla gentile lettrice la notizia non corrispondeva al vero dato che si trattava del frutto dell’azione di un hacker identificato ed arrestato. Dal canto nostro prima dell’arrivo del commenti della nostra lettrice ci eravamo messi in contatto prima con un amico di nazionalità turca che ci aveva confermato le dichiarazioni e subito dopo con il giornalista autore dell’articolo che, contattato via Twitter, ci aveva invitato ad inviargli domande sulla questione accettando di risponderci. All’autore dell’articolo abbiamo inviato le seguenti domande (in inglese):
Is the article you wrote http://www.birgun.net/haber-detay/diyanet-ten-fetva-babanin-oz-kizina-sehvet-duymasi-haram-degil-100117.html based on public declarations of religion minister regarding incest and sexual relations between father and daughters?
Does the Turkish penal code punish with 20 years sexual relationship between members of the same family?
Can you please explain us what was the main topic of the article http://www.birgun.net/haber-detay/diyanet-ten-fetva-babanin-oz-kizina-sehvet-duymasi-haram-degil-100117.html so badly translated by our Turkish friend? :-D
Are religion minister’s declarations real and is it true that the site which publish them was hacked and the responsible arrested and now in prison?
Nessuna risposta nonostante la promessa di rispondere “almost immediately”, e nessuna risposta nemmeno alle nostre sollecitazioni. Così che il mistero resta e dobbiamo restare sospesi tra le dichiarazioni della nostra lettrice, rispetto alle quali non abbiamo motivo di dubitare, e quelle del nostro amico turco che ci dice il contrario. Da parte nostra siamo comunque convinti di avere fatto bene a pubblicare la notizia data la follia integralista e medievalista che anima la classe dirigente turca, e di avere dato adito ad un piccolo dibattito.
E’ vero altresì che la mancanza di notizie certe sulla questione (siamo, da queste parti, molto scettici sulle accuse di hackeraggi e sabotaggi che il presidente Erdogan pratica anche contro giornalisti professionisti ed organi d’informazione chiudendoli ad ogni opposizione troppo spinta, e pensiamo che qualcosa in quella direzione deve essere stato pronunciato, con probabili precipitosi dietro-front) ci lascia nel campo delle contestabilissime supposizioni.
Faremo il possibile, come già stiamo facendo, per avere notizie certe su dichiarazioni che, se confermate, sarebbero di una gravità inaudita, ed approfittiamo di queste righe per dichiaraci pronti alla rimozione della notizia pubblicata il 13 gennaio ed alla smentita qualora risultasse con certezza che si tratta di un falso.
(14 gennaio 2016)
©gaiaitalia.com 2016 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)