di Il Capo
Abbiamo cercato su Google “dichiarazioni associazioni gay attentati Parigi” italiane sui fatti di Parigi. Forse per una svista del motore di ricerca che conta anche il numero dei nostri onanistici orgasmi settimanali, non ne abbiamo trovata nessuna. Abbiamo allora cercato “dichiarazioni associazioni lgbt attentati Parigi”, anche in quel caso risposta nessuna. Ed è strano perché Google è motore di ricerca che rintraccia anche il numero di contrazioni vaginali notturne della moglie del vicino nella fase di sonno R.E.M.; abbiamo poi cercato sotto la dicitura “dichiarazioni associazioni omosessuali attentati Parigi”, niente. Nemmeno lì.
Ci siamo quindi dovuti convincere che nessuna associazione abbia scritto nulla sulla tragedia parigina. C’è da stupirsi, perché nel privato della loro vita sociale, come ognuno di noi nella sua, le associazioni lgbt sono foriere di opinioni di ogni genere, su eventi di ogni genere, su tutto, ma proprio tutto, anche il sexi chic e normalmente su tutto ciò di cui proprio non dovrebbero parlare perché non ne sanno nulla. Perché, e ci piacerebbe avere una risposta, proprio su ciò che maggiormente mette a rischio le nostre libertà fondamentali e le nostre stesso vite, non hanno detto nulla? Non un comunicato congiunto, non una parola, nulla?
Insomma i rappresentanti di quell’associazionismo che gridano come ossessi contro la discriminazione di cui sono vittime, contro la mancanza di diritti di cui sono vittime, contro l’immobilismo dei governi e l’odio di cui sono vittime, nel momento in cui c’è necessità di lottare e manifestare un pensiero unico e forte a difesa di quei paesi che, con tutti gli errori e limiti che conosciamo, sulla libertà hanno costruito le loro costituzioni e le loro strutture sociali, se ne stanno zitti?
La tentazione di scrivere che continuano a guardare soltanto al loro ombelico le stupide* associazioni lgbt, gay, omosessuali o trallallero trallallà italiane, è davvero forte, ma preferiamo, in questo frangente, scrivere che è proprio nei momenti difficili, è proprio quando i nostri valori sono più in pericolo che coloro che per quei valori dicono di lottare devono dimostrare praticamente il loro coraggio, il loro valore umano e la coerenza tra parole ed azioni.
Provocando, magari qualche comunicato o post via social ci arriverà.
(*stupido: Torpido, ottuso, o che induce uno stato di torpore, di ottundimento dei sensi o dell’intelletto – Vocabolario Treccani).
Gli amici di LGBT News (attorno alle 13 di oggi) ci scrivevano vai Twitter che loro avevano pubblicato una nota il 15 novembre alle 2.15 sulla loro pagina Facebook. La pubblichiamo qui sotto.
Un (forse) esponente di Arcigay ci faceva notare oggi, da una delle pagine Facebook sulla quale abbiamo pubblicato il nostro post, con il consueto stile da regina saccente che ti sputa in faccia perché chiede rispetto, ma non sa darlo, che anche il presidente della più inutile associazione gay dello Stivale aveva pubblicato un rispettabilissimo commento sulla questione (gli algoritmi di Google non funzionano più? Questa sì sarebbe una notizia!)… (aggiornamento 20 novembre, ore 13.47)
Il sito di gossip gay saremmo noi…
Noterete come le poche righe scritte si preoccupino prima di tutto di evidenziare che Arcigay era a Congresso [sic] mentre a Parigi succedeva il finimondo. Ringraziamo il (forse) esponente di Arcigay che ci ha reso edotti sulla grande compassione di quella che un tempo fu la più grande associazione lgbt d’Europa (e se ne vantava) e l’unica (in Europa) incapace di portare a casa uno straccio di diritto.
Altri post di cui non siamo venuti a conoscenza (per via di Google…) sono i benvenuti.
(19 novembre 2015)
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