di Giancarlo Grassi
Stefano Fassina il giorno dopo il riciclaggio di alcuni trombati e di una forza politica che a sinistra c’è sempre stata (con i suoi numerini, ma da dove sta non si è mai mossa), e che è forza di maggioranza all’interno del gruppo parlamentare dei 31 prodi -ops!- e forti formatasi con il nome di Sinistra Unita, si è preso la briga di informare gli ex compagni del Pd e gli elettori tutti che non ha nessun progetto politico, come non ce l’aveva prima, ma è smanioso di farla pagare al Partito Democratico quindi non si preoccuperà se da Sinistra Unita offrirà i suoi voti a Destra Grida, schierandosi con il M5S a Roma nel caso di ballottaggio per le elezioni alla carica di Sindaco.
Fassina è poi andato più in là. Seguendo il suo ego smisurato ha già fatto sapere che, dati i 12mila voti delle ultime primarie Pd a Roma (ci sarebbe tanto da dire, ma oggi non ne ho voglia), si ritiene candidato perfetto. Non ha naturalmente chiesto il permesso a Sel, che è forza di maggioranza dentro i 31 di Sinistra Unita, i cui esponenti sono notoriamente permalosi.
Non una grande partenza per la nuova forza: in appena 48 ore hanno già un candidato sindaco non richiesto che proclama di volersi alleare con la destra populista di Grillo. Le disgrazie peggiori succedono sempre in famiglia.
(10 novembre 2015)
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