di Il Capo
Il Pd inaugura la prima clamorosa figuraccia che riporta al ventennio burlesconiano sulla questione dell’Ncd Azzolini e della sua richiesta di autorizzazione all’arresto. La libertà di coscienza (coscienza? Ce l’hanno questi qua una coscienza? E se ce l’hanno non sarà diventata afona?) sul voto ha portato all’ennesima manovra politica nascosta dal voto segreto. Per il Pd è un bruttissimo segno: per Renzi un pessimo precedente. Parleranno i prossimo sondaggi perché in casi come questo – non siamo ammalati di giustizialismo, stiamo solo cercando di vedere le cose dal punto di vista del cittadino che non ne può più – è difficile non dare ragione al M5S che grida “ladri!”. Poi le cose non sono così semplici, ma qesto è un paese che vota con la pancia.
Oggi al Senato avrei votato secondo indicazioni giunta immunità consentendo l’arresto del senatore Azzolini. Non c’è fumus persecutionis.
— Debora Serracchiani (@serracchiani) 29 Luglio 2015
Deborah Serracchiani, numero due di Renzi, si è subito smarcata dal voto lanciando il tweet che vedete in alto; Gianni Cuperlo ha immediatamente approfittato dello scivolone per riaprire la guerriglia interna al partito: la sua correntina è ancora a quel punto lì.
La Lega si è associata alle grida del M5S che ha però fatto subito sapere come la pensa al riguardo. Repubblica riporta una dichiarazione del capogruppo Gianluca Castaldi: “la Lega su Azzollini ha solo da star zitta. Lo scorso 4 dicembre la Lega insieme a Pd e Forza Italia votò no all’utilizzo delle intercettazioni da parte della magistratura per l’indagine sullo scandalo del Porto di Molfetta che vede anche in questo caso coinvolto il senatore Ncd. Magari è stato proprio il Carroccio con il voto segreto a contribuire al salvataggio di Azzollini”. La Lega taccia di “demenziali” gli interventi sulla questione degli esponenti pentastelluti. Anche qui è difficile darle torto.
Ma questioni politiche a parte, il cittadino che non si interessa di politica, ha vissuto assai male la questione: ha ricordato le votazioni a scrutinio segreto di Tangentopoli ed ha contribuito a raffreddare ulteriormente l’entusiasmo suscitato dal nuovo Pd di Renzi, quello dell’oltre 40% alle Europee sul quale Renzi continua a vivere. La delusione del cittadino che non ne può più di fronte all’ennesima prova di debolezza politica, di incapacità decisionale, di quel branco di sciagurati che siedono tra Parlamento e Senato tanto lenti nel decidere ciò che serve all’Italia e tanto efficenti quando si tratta di salvare le chiappe ad uno dei loro, è la delusione che sposta i voti verso il populismo intollerante che tra Lega ed M5S viaggia ormai attorno al 45%. Qualora vogliamo pensarci.
(30 luglio 2015)
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