di Daniele Santi
Mentre Putin non compare sulla scena politica da un po’ ed i comunicati ufficiali degni dell’ex (ex?) Unione Sovietica fascisto-comunista parlano di inesistenti impegni all’estero dell’Uomo del Cremlino, e tutti i Russi miao, la corte di (in)giustizia di San Pietroburgo dà un nuovo saggio al mondo di cosa la Nuova Russia intenda per giustizia e diritti umani.
Ricorderete la storia di Deti-404, associazione che si rivolge ai giovani LGBT, che attraverso Facebook offriva loro supporto per evolvere positivamente la loro situazione di persone con differente orientamento sessuale, citata in giudizio per avere presuntamente violato l’orrenda e inumana legge contro la “propaganda omosessuale” [sic]. Convocati dalla Corte di (in) Giustizia di Pietroburgo per il 9 aprile, i responsabili della pagina Facebook hanno scoperto al loro arrivo che la data del giudizio era stata segretamente spostata al 25 marzo e che la Corte li aveva condannati in contumacia per violazione della legge fascista in questione.
Human Rights Watch informa sui fatti. Ora la pagina web dell’associazione sarà inserita nella (lunghissima) lista di siti proibiti dalla Nuova (fascio) Russia anti diritti dell’uomo.
(10 aprile 2015)
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