di Il Capo
La Guardia di Finanza è in visita alla sede della Lega Liguria, mentre Salvini scomunica Tosi e lancia il suo anatema da RepubblicaTV: “Chi è contro Zaia è fuori dalla Lega”, dando di fatto il via al redde rationem dentra la Lega Veneta, poderosa riserva di voti per il neolepenista parlamentare europeo, che sulla questione candidature in Veneto ha le idee chiarissime, come su tutto delr esto, idee composte da pochi concetti e dieci parole, sempre le stesse.
Al videoforum di Repubblica Salvini ha dichiarato: “Chi mette in discussione uno dei governatori più apprezzati d’Italia” (Zaia, ndr) “lo fa fuori dalla Lega (…) Chiunque si candidi, Salvini compreso, contro il governatore del Veneto, è sconfitto in partenza”.
Salvini ha detto che il suo problema non si chiama Tosi, bensì Renzi “incapace e pericoloso” (forse perché lo stacca di 22 punti e mezzo?), ma in realtà il suo problema si chiama proprio Tosi. E Salvini losa. Il sindaco di Verona è popolarissimo nella sua città, anche tra chi non vota Lega, ha dato un ulteriore colpo alle granitiche radici razziste ed omofobe della Lega approvando il registro delle Unioni di Fatto aperto anche alle coppie dello stesso sesso, fatto che Salvini si è sdegnosamente rifiutato di commentare, aprendo una breccia anche tra quegli elettori che non l’avrebbero mai votato.
Tosi, infine, conta su un ottimo numero di fedelissimi all’interno della Lega Veneta (ops, Liga Veneta): se decidesse di candidarsi, ma “fuori dalla Lega!”, come ha tuonato il democraticissimo segretario della democraticissima Lega lepenista, Zaia non sarebbe rieletto. E Salvini lo sa.
(24 febbraio 2015)
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