Lettera aperta
Egregia redazione di GaiaItalia.com,
prima di tutto grazie per aver diffuso la nostra protesta contro l’assegnazione del Premio Minerva alla Vice Presidente iraniana, grazie per il Vostro impegno nell’approfondire la questione e, soprattutto, grazie per averci permesso di replicare con una lettera aperta.
Secondariamente, prima di parlare dei contenuti, vogliamo dire due parole sull’effetto che ci ha provocato la lettura dell’intervista – da Voi pubblicata – ai responsabili del Premio Minerva. Scorrendo quelle righe, non lo nascondiamo, abbiamo provato un misto di rabbia, delusione e sconcerto. Soprattutto, però, ci ha deluso il tono usato da Minerva per giustificare la decisione: un tono aggressivo, avulso da ogni reale riflessione sul tema e improntato ad una superiorità morale ed intellettuale aberrante.
Andiamo ai contenuti. Confuteremo le parole di Minerva punto per punto, al fine di non lasciare spazio a dubbi o male interpretazioni. Ci scusiamo per la lunghezza della lettera, ma il tema richiede precisione e sostanza. Cominciamo dall’inizio dell’intervista:
- Il Premio Minerva, come affermato, è intitolato a una femminista e socialista. Orbene: il regime che la Ebtakar rappresenta e le idee per cui la Vice Presidente iraniana è entrata in politica, sono l’esatto contrario dei valori del Premio Minerva. In Iran la donna non è padrona del suo corpo, la sua vita vale metà di quella dell’uomo, il velo non è una scelta ma una imposizione e il matrimonio è autorizzato – per le bimbe – dall’età di 13 anni. La legalizzazione della pedofilia… Senza contare che la Repubblica Islamica, di cui la Ebtakar si vanta di esser parte, è fondata sull’ideologia di Khomeini, un uomo che nei suoi scritti (non nei nostri…) giustificava il rapporto sessuale con le bambine. Per quanto concerne il socialismo, anche in questo caso, Minerva toppa clamorosamente: pochi mesi dopo la Rivoluzione del 1979, Khomeini schiacciò senza pietà comunisti e socialisti, rivoluzionari che avevano contribuito molto più degli islamisti alla cacciata dello Shah. Ergo, quel premio alla Ebtakar, non solo non rispecchia i valori del femminismo, ma sputa anche in faccia a quelli del socialismo;
- Parliamo dell’impegno politico: la Ebtakar è in politica da anni. Una delle rare donne ad esserlo, grazie al fatto di essere velatissima e fedelissima al valori della Velayat-e Faqih (Potere del Giureconsulto). Prima di essere la Vice Presidente di Rouhani, la Ebtakar è stata la Vice Presidente di Khatami. Un uomo ancora oggi dipinto dal mondo come moderato, ma di cui non rimane traccia dell’opera riformista attuata in Iran. Durante l’epoca di Khatami, vogliamo ricordarlo, venne repressa duramente la protesta degli studenti iraniani di Teheran (1999). Una repressione attuata con il permesso anche di Hassan Rouhani. La Ebtakar non fece nulla per fermare quel massacro. Come attuale Vice di Rouhani, la Ebtakar non ha fatto nulla per abolire la polizia morale, fermare le condanne a morte (oltre 1000 in un anno…), fermare il finanziamento a dittatori assassini come Assad e a organizzazioni terroriste come Hezbollah. Ergo: Minerva ha premiato l’impegno politico della repressione dei diritti umani e della promozione del terrorismo jihadista…;
- Attaco alle donne: usando i dati della polizia iraniana, non i nostri, sappiamo che negli ultimi sei mesi oltre 380 donne sono state attaccate con l’acido in tutto l’Iran. Mentre la Ebtakar veniva premiata da Minerva, quindi, un’altra donna veniva accoltellata da un Basij, forza paramilitare del regime. Per quanto riguarda Nasrin Sotoudeh, quindi, Minerva dimostra un’enorme ignoranza su quanto sta accadendo oggi in Iran: la Sotoudeh, infatti, sta portando avanti una manifestazione duratura contro la decisione del regime di sospenderla per 3 anni dalla professione di avvocato. Quindi, anche in questo caso, le condanne della Ebtakar non bastano. Proprio Minerva, al contrario, dovrebbe pretendere dalla Ebtakar un impegno per l’abolizione della polizia morale o delle milizie di Hezbollah presenti in Iran, autori degli attacchi contro le donne. Tra le altre cose, vogliamo ricordare che nessuno ancora ha pagato per gli attacchi contro le donne iraniane, mentre i giovani che dissentono con il regime finiscono in carcere in poche ore…;
- Per rispetto al dolore della Famiglia Cucchi, non entriamo nel caso. In merito possiamo solo dire che ovunque, nel mondo, accadono tragedie incredibili. La differenza tra l’Italia e l’Iran – non dovremmo dirlo noi a Minerva – è che nella Repubblica Islamica buona parte di queste tragedie sono promosse dalle leggi dello Stato e giustificate dai Mullah. Il paragone tra il Presidente Napolitano, grande sostenitore dell’antifascismo, e la situazione iraniana è drammaticamente offensivo;
- Cosa sta facendo il Governo Rouhani? Eh, questo ce lo chiediamo anche noi. Pochi giorni fa un’altra donna iraniana, il Premio Nobel Shirin Ebadi, ha denunciato l’abuso dei diritti umani in Iran sotto Rouhani. Forse magari sarebbe stato il caso di darlo alla Ebadi il Premio Minerva…;
- Nilde Iotti: anche qui, poche parole perché il paragone è semplicemente disarmante. La Iotti, come donna impegnata in politica, ha lottato per i diritti delle donne, per la loro autodeterminazione, in una società difficile come quella italiana degli anni ’70. La Ebtakar sta in politica da 20 anni e le donne iraniane non hanno mai capito cosa hanno ottenuto dal suo impegno al fianco dei Mullah e dei Pasdaran;
- Minerva ha ragione: le donne restano le migliori sarte del cambiamento politico e culturale. Non la Ebtakar, però… Le donne “sarte” in Iran sono quelle che, dopo gli attacchi con l’acido, sono scese in piazza ad affrontare il regime. Il Governo di cui la Ebtakar è Vice Presidente ha mandato i Pasdaran a reprimere le manifestazioni… Non male…
Potremmo continuare ancora molto, ma ci rendiamo conto che non possiamo scrivere un libro. Resta l’amaro in bocca per quanto accaduto, per la scelta “senza pentimento” di Minerva. Noi continueremo a lottare per un Iran diverso, libero dal fondamentalismo e da rappresentanti politiche che lo promuovono attivamente.
Ringraziamo ancora Gaiaiitalia.com per lo spazio concesso e Vi esprimiamo la nostra sincera ammirazione e stima per il quotidiano lavoro in difesa dei diritti che portate avanti quotidianamente.
Ragazzi di Teheran
Nota
Ragazzi di Teheran è un gruppo di attivisti che, in seguito alle repressioni del 2009, ha deciso di non far dimenticare la causa del popolo iraniano. In questo senso, usando le nostre parole, ci impegniamo ogni giorno per abbattere il muro di propaganda fondamentalista che, da 30 anni, circonda l’Iran!
(3 dicembre 2014)
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