Comunicato stampa
Alla vigilia del Gran premio di Formula 1, in programma dal 4 al 6 aprile, Amnesty International ha sollecitato le autorità del Bahrein a non stroncare le proteste pacifiche previste in occasione dell’evento sportivo.
Negli anni scorsi, le autorità hanno adottato dure misure repressive contro coloro che prendevano parte alle manifestazioni per le riforme, gli attivisti che si opponevano alla famiglia reale e i promotori delle campagne per il rispetto dei diritti umani.
“Le autorità del Bahrein non devono commettere gli errori del passato, limitando la libertà di movimento e stroncando le proteste. Il diritto della popolazione del Bahrein a esprimere in modo pacifico la sua opposizione alle politiche governative e la sua preoccupazione per la situazione dei diritti umani è legittimo e dev’essere rispettato” – ha dichiarato Said Boumedouha, vicedirettore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
Gli attivisti dell’opposizione che hanno chiesto il boicottaggio del Gran premio sono stati già etichettati dal governo come “traditori”. Si teme che le autorità possano prendere a pretesto i recenti scontri e gli atti di terrorismo contro la polizia per imporre ulteriori restrizioni durante il Gran premio, come ad esempio impedire l’uscita dai villaggi e sciogliere violentemente le proteste pacifiche.
Durante le precedenti edizioni del Gran premio, ai giornalisti locali e stranieri è stato impedito di seguire le proteste e alcuni di essi sono stati espulsi per averlo fatto senza autorizzazione.
“Anziché continuare a ricorrere a misure di sicurezza nei confronti delle proteste antigovernative, le autorità dovrebbero marcare il Gran premio con l’annuncio di misure concrete per affrontare la drammatica situazione dei diritti umani nel paese” – ha affermato Boumedouha.
“Tre anni dopo l’inizio della rivolta, abbiamo visto solo cambiamenti di facciata e promesse di riforme non mantenute. Gli arresti arbitrari, la repressione delle manifestazioni e le torture durante la detenzione proseguono senza sosta. Usare il Gran premio per rafforzare l’immagine pubblica del Bahrein è poco più di un mero tentativo di nascondere le crescenti violazioni dei diritti umani dietro un evento sportivo internazionale” – ha commentato Boumedouha.
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