Il 30 luglio è quasi ieri, la politica si ferma in attesa della sentenza della Cassazione su Berlusconi che se, confermata, potrebbe cancellare il Cavaliere dalla scena politica italiana.
Lui, nel frattempo, ha fatto la dichiarazione del perseguitato a uno dei gioielli di famiglia, Libero, un giornale di cui andar fieri: “Non farò l’esule, come fu costretto a fare Bettino Craxi. Né accetterò di essere affidato ai servizi sociali, come un criminale che deve essere rieducato. Ho quasi settantotto anni e avrei diritto ai domiciliari, ma se mi condannano, se si assumono questa responsabilità, andrò in carcere”.
Poi lo schiaffo a Belpietro, “non è vero niente, certi giornali (sic) si inventano virgolettati che non esistono”, insomma il solito casino cui da vent’anni siamo abituati e che in vent’anni, con complicità di altri che sono ormai sotto gli occhi di tutti, ha allontanato il 50% degli Italiani dal voto.
Niente è certo, Berlusconi potrebbero essere condannato, assolto, l’udienza rimandata di 24 ore, a giugno 2014, o entro il 15 settembre 2013 o chissà cos’altro ancora potrebbe succedere.
Bisogna solo aspettare.
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