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Chiusi i Campionati nel Mondo di #Londra2017 nel segno di Usain Bolt

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di Filomena Filippetti  twitter@gaiaitaliacom

 

 

I Campionati Mondiali di Atletica Leggera di Londra 2017 si sono chiusi con la splendida vittoria di Trinidad & Tobago nella 4×400 maschile che ha costituito la grande sorpresa di questi campionati che sono stati, per l’ultima volta e nonostante il terzo posto nei 100m e lo strappo subito nella staffetta 4×100 maschile, i Campionati di Usain Bolt, considerato unamimente il più grande atleta dello storia dell’Atletica  Leggera con i suoi risultati straordinari degli ultimi dieci anni.

Ed è proprio stato un Usain Bolt emozionatissimo sull’orlo delle lacrime, tesissimo, incapace di sorridere per la troppa tensione, quello che ha salutato le 60mila persone presenti allo Stadio Olimpico Queen Elizabeth di Londra rimaste dopo la fine delle gare, per salutarlo come si salutano gli dèi.

Una manifestazione in anno post-olimpico che, come ogni manifestazione in anno post-olimpico, non ha regalato risultati eclatanti – da anni non si vincevano i 200m maschili e femminili con tempi superiori ai 20″ ed ai 22″, ma così è andata. Gli atleti sono sempre più star mediatiche e molti di loro sono assai antipatici: promettono molto e poi le prestazioni rimangono sotto le attese. Ne è un esempio il qatariota Barshim, medaglia d’oro nell’alto con 2,32 nonostante il primato personale di 2,43, indisponente sulla pedana, ma professionalmente corretto di fronte alle telecamere. L’atletica, come tutte le umane cose, è anche cuore: senza quello dove si va?



Due parole sul vincitore dei 100m maschili: quel poveraccio di Gatlin squalificato 2 volte per doping in 6 anni e che è riuscito a ritornare, dopo 6 anni di inattività agonista, più veloce di prima della squalifica (e la cosa è sospetta), ha vinto l’unica gara che Bolt ha perso. Doping? Squalifica a vita. Noi la vediamo così.

L’Italia è all’asciutto una volta di più. Una mancanza di risultati e campioni che suona ancor peggio dopo i fuochi d’artificio dei Mondiali di Nuoto dove gli atleti italiani hanno incantato. Un solo bronzo, la bravissima Antonella Palmisano battuta da due atlete che correvano, anziché marciare, graziate dall’incompetenza dei giudici che in Gran Bretagna sono capaci di distinguersi in quel senso più che in altri luoghi.

Tra due anni in Qatar ci saranno tanti volti nuovi e Usain Bolt non ci sarà. Permetteteci di essere tristi, a noi che amiamo l’atletica con tutto il cuore, e di sperare che arrivi presto un altro campione che, come Usain Bolt, come Mo Farah, come Caster Semenya, riesca a trasmettere – oltre al suo immenso talento – l’importanza dello sforzo, della determinazione, dell’umiltà di fronte al proprio talento in un mondo che non sa più cos’è l’impegno.




 

(13 agosto 2017)

 

 

©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata



 

 

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