di Iosonodio
Diciannove anni al potere lasciano il segno e se poi lasci una poltrona per un’altra, prestigiosissima, quella dell’uomo più potente dell’Unione Europea ed una inchiesta americana seppur sì prestigiosa da esser targata Financial Times e chiamata LuxLeaks vuole affondarti, i casi sono due: o sei sfigato o ti han preso con le mani nella marmellata. Vediamo un po’. L’uomo tutto d’un pezzo coi conti degli altri, parliamo di lui, il presidente della, è accusato di avere favorito “l’insediamento fiscale” in Lussemburgo di numerosi colossi mondiali dell’economia, per evitare loro di pagare l’IVA e le tasse, considerevolmente più alte, nei paesi europei dove operavano, con danni importanti alle economie dei paesi in questione.
Juncker si difende, dice che non sapeva, che non era al corrente, che non ha mai favorito, dice che. Lo sbugiardano il giorno dopo riportando una dichiarazione dello stesso Juncker in cui si dice “soddisfatto” degli accordi raggiunti con Amazon, colosso mondiale della vendita on-line, affinché nel Principato risieda fiscalmente et legalmente. Sottolinea, nel suo discorso, che i negoziati sono stati duri, lunghi e faticosi. Lui c’era.
Cosa succederà ora? Juncker dovrebbe togliersi da lì, ma piacerà a Frau Merkel il fatto che l’uomo che lei ha fortissimamente voluto alla guida dell’UE debba togliere le sue venerabili natiche dalla poltrona di Presidente della Commissione Europea? La Juncker-faccenda non indebolisce anche la Germania? Non si sono nemmeno insediati che già sono indeboliti e paralizzati.
Una procedura di impeachment pare impossibile: ci dev’essere l’accordo unanime di tutti i paesi dell’UE. Occorrerebbero eoni. Per ora il parlamento Europeo fa quadrato. E il Financial Times picchia duro. Noi, che siamo nulla, stiamo a guardare.
(14 novembre 2014)
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