di Giovanna Di Rosa
Mentre il governo di Mariano Rajoy prepara l’ennesima finanziaria lacrime e sangue, ne ha preparate e varate diverse da quando è al governo, un governo fascista dalla parte dei forti che pesta con i manganelli i manifestanti e con i tagli la povera gente, e destina parte della finanziaria – pare – a rinforzare le squadre anti-sommossa (quelle che pestano la gente seduta in piazza, per intenderci), la Catalogna dice “basta” e prepara il suo referendum indipendentista per il 9 novembre prossimo.
Così informa El Paìs, più importante quotidiano di Spagna, commentando la giornata della “Diada”, la “festa nazioanle” catalana che si celebra ogni 11 settembre. Il referendum consultivo sull’indipendenza della Catalogna – vero e proprio motore della Spagna di oggi – si dovrebbe tenere il prossimo 9 novembre, data che naturalmente i quotidiani spagnoli a cui paice semplificare hanno già ribattezzato 9-N.
La questione è complicata: la Corte Costituzionale potrebbe pronunciarsi sulla non legittimità del referendum e Rajoy sembra ignorare, ma non è esattamente un uomo che brilla per la finezza della sua intelligenza è piuttosto un cieco schiacciasassi che si scaglia contro qualsiasi cosa, a parte contro i potentati economici, che acuire lo scontro con Mas, attuale presidente della Generalitat de Cataluña non fa altro che portare acqua al mulino degli indipendentisti.
Undici chilometri di manifestazione per la strade di Barcellona, a formare la “V” di vittoria, qualcosa potrebbero anche suggerire, ma non al cieco partito integralista al potere in Spagna, le cui sole preoccupazioni sono mantenere in vita la corona, l’unità di Spagna e dare molto ai ricchi e nulla a chi nulla ha.
In questo aiutato dalla scarsa propensione al “fare” degli Spagnoli.
(12 settembre 2014)
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