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Il Lunedì di Rosario Coco: “Se le parti sociali diventano inutili”

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Rosario Coco 02di Rosario Coco  twitter@rosariococo

Lo ho detto con chiarezza, come riporta Repubblica: “La mia linea non è concertativa, quindi non mi interessa entrare in questi battibecchi. Liberi loro di criticare, liberi noi di agire”.

Cosi Renzi a chi gli ha chiesto conto delle critiche ricevute da CGIL e Confindustria sull’operato del Governo o, quanto meno, sugli annunci visti finora. Il documento economico finanziario lo facciamo io e Padoan, in altre parole, voi potete dire quel che volete. Questo è ciò che sembra balenare nella testa del neo Premier, che rincara anche la dose bollando la “strana coppia” Squinzi-Camusso come una singolare santa alleanza per salvare la “casta” dalle riforme. Insomma, siamo alle solite, il nuovo contro il vecchio, senza spiegare che vuol dire nuovo. Ma chi sono Camusso e Squinzi?

Se due parti sociali storicamente agli antipodi denunciano una sostanziale insufficienza dell’azione di Governo, un motivo ci sarà. Se anche i soggetti che rappresentano il tessuto produttivo e del lavoro diventano “casta”, forse la situazione sta sfuggendo di mano. Come riporta Il Fatto Quotidiano Renzi dichiara di volere affrontare il mese prossimo la riforma della pubblica amministrazione, “scardinandola”. La solita vecchia storia: la macchina burocratica pubblica è talmente pesante che tanto vale buttarla via, ovvero il mantra del peggior liberismo. In realtà, persino Confindustria chiede “efficienza” e non “demolizione”: “tra questi due concetti c’è una differenza abissale”. Eppure sembra che l’annuncio degli 85.000 statali a casa di qualche giorno fa sia solo il prologo. Qui a dominare sembra solo il marketing politico: togliamo soldi alla politica, (dove “politica” è anche PA) e diamoli alla gente.

E infatti in numerose dichiarazioni Renzi si fa forte dei famosi 80 euro al mese(a chi, ancora, lavora). “Soldi alla gente”. Ma il fatto che la CGIL denunci 440.000 cassintegrati a febbraio e che bisogna prima di tutto creare nuovo lavoro più che a dare le mance, sarà da conservatori? Oppure il fatto che Squinzi dichiari la necessità dell’ampliamento della competenza esclusiva dello Stato e la reintroduzione del principio dell’interesse nazionale” , sarà una roba bolscevica?

Insomma, una cosa è certa: sino ad ora delle riforme istituzionali come della riforma della PA ciò che è chiara è una poderosa pars destruens. Ma non abbiamo ancora sentito parlare di meritocrazia, di concorsi, di completamento delle riforme in atto, di valutazione dell’efficienza dei servizi e dell’operato dei dirigenti. In un mese tutto quello che si può fare è un’inutilissima nuova legge delega, alla quale seguirebbe un nuovo calvario di decreti attuativi e leggine varie. Per dirla in maniera più chiara: qualcuno può spiegare a Renzi che il problema della macchina pubblica è l’organizzazione con la O maiuscola, non la spesa eccessiva? Quanti uffici e servizi pubblici sono inefficienti? Vogliamo risolvere il problema tagliando via la pianta o potando i rami secchi?

Il punto è che la potatura richiede risorse e volontà politica. Renzi farebbe meglio forse a farsi due chiacchiere con questi due signori che rappresentano, con tutti i loro limiti, due anime fondamentali del Paese. Anche perchè decidere tutto da soli è un film già visto troppe volte, alla faccia dell’innovazione.

 

 

 

 

©rosario coco 2014
©gaiaitalia.com 2014
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riproduzione vietata

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