di Vanni Sgaravatti
Meloni parla di spiragli di pace (con Trump), ma dalla presidenza Trump sono raddoppiate le bombe russe sulla Ucraina.
Un giornalista dice: “Putin chiede agli occidentali se sono disposti a morire per l’Ucraina: se non lo sono, stiamo parlando di niente”. La mimica e l’accento se non mostrano arroganza, comunque, sono l’espressione di quello che ha detto una frase incontestabile e risolutiva sulla questione.
Nessuna frase è oggettiva e razionale. La violenza verbale di cui parla Graeber e che non vale solo quando la pronuncia un potente, è esprimere un proprio concetto come fosse inoppugnabilmente oggettivo, cioè razionale. Quando come lo stesso Graeber dice, razionalità significa coerenza formale interna al ragionamento, basato su evidenze oggettive e chiunque non concorda non può essere che irrazionale, cioè un folle. Nel caso specifico ritengo che il signore giornalista abbia sempre sostenuto che dare armi all’Ucraina significa alimentare una guerra inutile. Nel pensiero scientifico serio, si richiede che gli assunti di base vengano esplicitati. Ma va bene così.
Detto questo, il signor giornalista con le pause necessarie ad una buona retorica, dice: è di questo su cui dobbiamo riflettere. Chi deve riflettere? Noi in salotto? Ma, esaminiamola meglio come si dovrebbe fare sempre come esercizio di pensiero critico.
1) nessuno muore per un pezzo di terra. Neppure gli Ucraini lo fanno, ma per quel che rappresenta per loro (anche se i detrattori sostengono che siano obbligati a pensarlo). Per coloro che pensano sia una minaccia per l’Europa la domanda è: gli occidentali morirebbero per difendere libertà e democrazia contro le oligarchie e i capitalismi di stato? Non dico che si debba rispondere sì (perché non si crede nemmeno che lo siano), ma suona diversamente…..
2) Nessun singolo uomo vuole andare a morire per … anzi direi che nessuno vuole proprio morire. Sono gli Stati che per loro nome mandano a morire le persone ammazzandone altre (che se uccidi in nome dello stato sei un eroe, e uccidi e basta vai in galera a vita)….
3) Sempre quel giornalista dice che non volendo combattere paghiamo perché gli altri si ammazzino tra loro. Mi risulta che le guerre spesso hanno un invasore e uno che si difende. In questo caso l’invasore è chiaro. Nonostante certe narrazioni.
Vediamo dunque qualche notizia concreta, oltre al fatto che le bombe in Ucraina sono raddoppiate, al di fuori della scenografia che Putin propone: il Donbass diventa russo, compresa la parte di più città di cento mila abitanti non conquistate; smilitarizzazione obbligata dell’Ucraina; no all’Ucraina nella Nato, lingua russa ufficiale e obbligata (nei due secoli scorsi, morirono milioni di ucraini per difendere la propria cultura); nessuna forza armata a difesa dell’ucraina.
In cambio promette di cessare il fuoco e di non invadere il resto dell’Ucraina. È dal 1919 che la Russia promette a Germania, Francia, Polonia, Inghilterra (e ora al resto del mondo) di non invadere più. Mai mantenuto (chiedete alla Finlandia, o a Estonia, Lituania e Lettonia).
Sento odore di sistematica presa in giro. Anni fa forse, perché discorsi di geopolitica erano destinati ad un pubblico aristocratico, erano più seri nel dartela a bere. Ma va bene così. Ma, per concludere, riprendiamo il discorso di chi va a morire per cosa.
Gli Stati mandano a morire le persone per motivi esistenziali. I Russi ritengono che il ritorno ai confini sovietici senza un’inefficiente ideologia comunista sia una questione di vitale sicurezza per un soggetto (la Russia) che nella guerra imperialista trova la sua anima. Poi qualche Stato ha deciso di mandare a morire per Danzica. Ma non per i Sudeti inventandosi che i discorsi di Hitler contenevano una credibile promessa che quelle sarebbero state le ultime rivendicazioni territoriali (i Sudeti).
Anche adesso gli uomini di Putin sostengono che l’Ucraina non è uno stato sovrano, non esiste.
La pace diventa, quindi, un modo di prendere tempo, di consolidare i risultati raggiunti, imporre un governo filorusso e poi… Se non ora, tanto meno dopo, nessun europeo andrà mai a morire per l’altro pezzo di Ucraina concessa momentaneamente a Trump. Oltretutto il risultato più importante di una pace ingiusta sarebbe raggiunto: la lenta ulteriore frammentazione dell’Europa. Che forse è l’obiettivo prioritario di medio termine.
Ma molti si consolano dicendo che prima ci si ignorava e ora le diplomazie si parlano. Lo facevano anche nelle guerre mondiali in corso. Ma va bene così.
(19 agosto 2025)
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