di Alessandro Ponziani
Chi manipola di più i fatti, l’uomo o i vari dispositivi di ripresa ( telecamere a circuito chiuso, smart tv, cellulari), che popolano il nostro quotidiano? Questo sembra chiedersi Brian de Palma che dà vita ad una riflessione suicida, sull’esistenza stessa di una realtà ormai tanto imprendibile quanto soggetta a letture contrastanti. Ogni ripresa un punto di vista, ogni zoom una rivelazione. Il protagonista del film Rick Santoro ( uno scatenato Nicolas Cage),si muove come sospeso in un’acquario di immagini ingannevoli, e dal momento in cui assiste ad un’omicidio in diretta appunto, diventa un punto di vista come un altro e non più un essere umano. Ognuno da dei fatti la versione che gli è più congeniale, rivaleggiando in falsità con gli altri.
In un contesto del genere le telecamere non dovrebbero mentire ma finiscono per farlo, perché nessuna realtà è univoca e nessun fatto si può prestare ad una sola lettura definitiva. Anche i giornalisti che raccontano la storia non riescono ad essere imparziali. E con rimandi a Rashomon, De Palma dà voce alla versione di tutti, per confondere le acque e instillare dubbi negli spettatori che in realtà non sono innocenti neanche loro. Grande regia. Nei titoli di coda c’è un piano-sequenza che si chiude con un lentissimo zoom su un rubino incastonato nel muro, a ricordare con quell’anello i due agenti uccisi e fatti sparire nel cemento. Grande cinema.
(21 febbraio 2023)
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