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L’orgasmo (politico) può attendere

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di Marco Biondi

Il mio contributo all’analisi dell’ultima tornata elettorale del 2025 certamente non mancava a lettrici e lettori, ma siccome sono fatto così, anche qualora non ne aveste sentito il bisogno, ho deciso di regalarvelo lo stesso.

Alla fine, abbiamo pareggiato; un tre a tre che non era scontato, ma nemmeno troppo difficile da pronosticare. Che Toscana, Campania e Puglia restassero al centro sinistra era tutto sommato abbastanza prevedibile. La sorpresa sarebbe piuttosto stata se fossero andate alla destra, quasi come sarebbe stata una grande sorpresa se il Veneto avesse cambiato orientamento. Nulla di tutto ciò è avvenuto.

Nelle Marche ci si sarebbe aspettato un risultato migliore per la sinistra, in Calabria nemmeno tanto.

Le conclusioni che mi saltano all’occhio sono però altre.

L’astensione è stata drammatica. In Puglia ha votato il 41,83% degli aventi diritto, in Campania il 44,10%, in Veneto il 44,65%. Dati molto al di sotto rispetto alle ultime votazioni.

A mio avviso un dato così basso può anche essere giustificato dall’assenza di incertezza. Tanto vince Decaro, tanto vince Fico, cosa vado a votare a fare?
Se questa supposizione fosse corretta, i trionfalismi del coro “mandiamo a casa la Meloni” rischiano, concretamente, di essere smentiti alle prossime politiche. Ed è per questo che mi astengo dall’analizzare i numeri del “quanti voti ha perso tizio, quanti ne ha guadagnati caio”. Se poi vogliamo proprio dirlo, il partito della Meloni ha stra-guadagnato, il PD ha guadagnato un pochino, la Lega e il M5S hanno preso la solita scoppola.
Se poi contiamo i voti che in Veneto sono andati “personalmente” a Zaia (203.550 preferenze personali, cosa mai accaduta a un candidato consigliere), la débacle di Salvini risulta ancora più drammatica. Interessante la nostra analisi che trovate qui.

Anche perché, e sono costretto a ripetermi, il centro sinistra tutto è fuorché compatto, unito e determinato. I distinguo al suo interno continuano ad essere pesantissimi e non si vede l’ombra del famoso “programma comune”, conditio sine qua non per potersi presentare ad una elezione politica con un minimo di credibilità.

E, ancora, com’è sempre stato quando la maggioranza era di centro destra – almeno in tempi post mani pulite – prima di andare al voto ci sarà qualcuno che truccherà le carte con modifiche alla legge elettorale in modo da garantirsi il miglior risultato possibile. E ci sarà qualcuno, nella sconquassata combriccola del campo largo, che cercherà di approfittarne per ottenere dei miseri vantaggi per sé, alla faccia della coalizione. L’avvocato del popolo si è già espresso. Con questi chiari di luna, l’ipotesi di una vittoria della sinistra è, ahimè, molto remota e se il campo largo diventasse un campo santo, una forte componente proporzionale lascerebbe aperte delle speranze di ottenere qualche briciola per quei partiti che fanno già ora di tutto per farsi vedere un po’ di qui e un po’ di là. Vero Calenda? L’ipotesi modifica alla legge elettorale la potete trovare anche su Sassuolonotizie.it.

Quindi io me ne starei bello calmino prima di cantar vittoria. Anche se, come da italica consuetudine, stanno cantando tutti. Con un Renzi che se ne sta acquattato dietro le fresche frasche a dire “senza il centro non si vince”, ma con peso allo stomaco che necessiterebbe di abbondante digestivo a causa del supporto a Fico che non gli va né su né giù (come a tanti suoi supporters che, credo, hanno evitato di votare pur di non schierarsi verso chi li aveva abbondantemente insultati a più riprese non più di una decina di anni fa).

Con un Calenda che non vede l’ora di rimpiazzare Salvini nella coalizione di destra e magari prima o poi ci riesce, e con un avvocato del popolo che decide quello che gli pare e poi dichiara che sentirà l’opinione della rete, ottenendo qualche migliaio di adesioni alle sue proposte che gli consentiranno di dire che “ha deciso la base”.

Io inizio a pensare che a noi converrebbe che vincesse ancora la destra. Tanto non riescono a fare nulla e, solo restando al potere, potranno dimostrare le loro divisioni e incapacità. Il Governo sta in piedi per Meloni e Giorgetti. Gli altri sono comparse insignificanti e, comunque, non incidono. Dovesse vincere la sinistra, la nostra sinistra di oggi, il Governo durerebbe meno di un anno e si sfalderebbe.

Al ritorno al voto, Meloni prenderebbe la maggioranza assoluta, forse, con un margine che potrebbe consentirle di operare in autonomia modifiche costituzionali. Per favore, anche no.

 

 

 

(26 novembre 2025)

©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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