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Informazione televisiva a costruzione di un’immagine deformata della realtà

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di Redazione Politica

“Aprire un telegiornale con gli scontri di Milano e non dare la stessa attenzione, la stessa forza visiva e narrativa alla moltitudine pacifica che ha riempito le piazze non è semplicemente una scelta editoriale discutibile: è un atto che costruisce un’immagine deformata della realtà, e che plasma la percezione collettiva molto più di quanto ci si renda conto”, lo scrive Fabio Galli in un post nel gruppo Lettrici e Lettori di Gaiaitalia.com Notizie.

Secondo l’opinione espressa nel post dello scrittore e poeta, e nostro collaboratore: “Quando le prime immagini che lo spettatore incontra sono quelle di vetri rotti, cariche, sirene e corpi che si spingono, la notizia viene già piegata verso un significato implicito: “la piazza è pericolosa”, “la protesta degenera”, “chi scende in strada mette a rischio l’ordine pubblico”. In questo modo, ciò che dovrebbe essere la sostanza della giornata — la folla enorme e composita, scesa pacificamente per affermare un’idea di cittadinanza, per esprimere un dissenso, per testimoniare con la propria presenza un desiderio collettivo — viene relegata a dettaglio, a sfondo decorativo, se non addirittura cancellata“.

Il post di Fabio Galli non va assolutamente contro ciò che noi, a nostra volta, sotto la firma del nostro editore, protestando pacificamente, con l’arma della parola, contro il fatto che i nostri quotidiani avevano aderito a uno sciopero per la Pace e non pro-guerriglia urbana. Anche grazie a quei tafferugli – qualcuno dice provocati ad arte dalle destre, altri ancora puntano il dito contro mancanze degli organizzatori, altri hanno opinioni ancora più fantasiose – e come continua il post, “il fatto che resterà nella memoria storica, è proprio la marea umana che ha invaso la città senza violenza, trasformando strade e piazze in un grande corpo sociale che respira all’unisono. Quella massa è un evento politico e simbolico di enorme importanza, perché testimonia che esiste ancora, nonostante la frammentazione e l’individualismo del nostro tempo, una capacità di riunirsi e di creare un noi collettivo. Ridurre tutto questo a una parentesi per poi concentrarsi ossessivamente su pochi minuti di caos significa svuotare la notizia del suo significato autentico”.

Tutto avviene dentro la solita melassa del conflitto che le reti meloniane hanno esasperato per pura propaganda governativa, in un paese dove l’onanismo da conflitto e da “immagine che fa rumore”, certe che la droga instillata dal Grande Fondatore della politica di plastica e delle notizie ad uso propaganda ha introdotto negli anni ottanta. E in troppi ci sono cascati.

“Se ogni volta che una piazza si riempie la narrazione mediatica la riduce a un problema di sicurezza, allora il gesto stesso del manifestare viene svuotato del suo potere politico e simbolico”, e per continuare la riflessione leggete il post nel gruppo Lettrici e Lettori di Gaiaitalia.com Notizie.

 

 

 

 

(23 settembre 2025)

©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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