di Marco Biondi
Del CNEL, per anni, anni e anni, nessuno ne aveva sentito parlare. C’era, si, in qualcuno, la sensazione che qualcosa esistesse, ma era una entità sconosciuta, remota, quasi appartenente al passato. Una specie di “araba fenice”.
Poi, una decina di anni fa, improvvisamente, un manipolo di persone, capitanato da uno che ancora non era diventato antipatico a tutti, si pose la fatidica domanda: «ma questi qui, al CNEL, cosa fanno?» E, tirando le somme di quello che costavano allo Stato, si posero la seconda fatidica domanda: «e se lo abolissimo, visto che non serve più a una cippa lippa di niente?» E visto che era un ente previsto dalla Costituzione, l’idea, dimostratasi poi molto malsana, fu di inserirlo tra le riforme costituzionali, poi bocciate col referendum del 2015.
Vi avviso, sto studiando. E nella prossima newsletter, che uscirà puntualmente Venerdì 12 settembre (essendo il secondo venerdì del mese), vi racconterò come è nato, quando, cosa ha fatto e cosa ci si aspettava che facesse.
Ma soprattutto vi racconterò cosa sta facendo adesso, quanto ci costa, quante famiglie ci campano e chi sono.
Concluderò l’analisi con le solite inutili proposte di quello che sarebbe utile fare.
Sarebbe un peccato perdersela. Quindi, chi ancora non fosse iscritto, lo faccia, entro Giovedì 11, andando sulla home page di roma.gaiaitalia.com. Trovate il logo della newsletter e un box nel quale basta inserire il vostro indirizzo mail al quale vorrete ricevere l’articolo. Riceverete solo quello, le bollette da pagare non sono previste.
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(8 settembre 2025)
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