di Paolo M. Minciotti
Dai famosi “taxi del mare”, alle battutacce sui “migranti che vanno in crociera” e tutti gli altri, ad “accuse infamanti” costruite “sulla base di illazioni e testimonianze fallaci fatte in modo da dipingere le attività di soccorso delle ong come criminali” che dopo 7 anni sono state giudicate inconsistenti e “il fatto non sussiste” come da decisione del giudice di Trapani che ha prosciolto tutti gli imputati: Tommaso Fabbri, capo missione di Medici Senza Frontiere finito davanti al gup insieme ad altri 9 attivisti di Save The Children e Jugend Rettet, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: non era vero niente, ma ci sono voluti sette anni.
Un po’ come se ci volessero sette anni per provare che un’ambulanza giunta sul luogo di un incidente non è stata causa del sinistro. Insomma c’è voluto un giudice per affermare, di fronte a false accuse costruite ad arte, che “salvare vite non è infrangere la legge”. Tommaso Fabbri continua con una dichiarazione al Corriere: “Forse ora la smetteranno di parlare dei taxi del mare e capiranno che il soccorso è un obbligo legale e morale. Spero davvero che si fermi questo linciaggio delle Ong finalizzato a tenere lontane dai migranti, che sono sempre più soli, le organizzazioni umanitarie”.
(21 aprile 2024)
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