di Ghita Gradita
Non bastano i pizzi, né i tori e tantomeno i chitarristi a svisare inginocchiati a terra e non basta nemmeno il recupero via San Marino: Achille Lauro ‘gna fa, niente finale di Eurovision 2022 per lui. Archiviato questo evento significativo anche per la musica italiana, veniamo alla gara.
Laura Pausini parla meno e canta di più e già questo è un bene; ha abbandonato il fucsia e questo è un trionfo. Divertente Catellan a suo agio in quell’inglese senza h aspirate che fa tanto black africa e che invidia per il francese di Mika che io parlo con un accento beur che non so nemmeno dove ho preso e non c’è verso di togliermelo. E poi le canzoni.
Ci è piaciuta moltissimo la canzone della Polonia, voce straordinaria quella del concorrente dell’Australia e bel canto anche dall’Azerbaijan. Il resto è un po’ così. Divertentino, diciamo. Passa la Serbia, ne avremmo fatto anche a meno, ma i gusti son gusti: figurarsi i voti. Passano così in finale: il Belgio (con tanti complimenti alla di lui mamma per quanto è bello), la Repubblica Ceca, l’Azerbaijan, la Polonia, e quindi Finlandia, Estonia, Australia, Svezia, la già citata Serbia e la Romania del cantante del sotto il vestito niente.
Non risuccederà, ma se risuccedesse…
(13 maggio 2022)
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