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Perché Salvini tace quando si parla delle Mafie che colonizzano l’Europa

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di Giancarlo Grassi #Mafie twitter@gaiaitaliacom #Salvini

 

 

Non stupisce più di tanto che Matteo Salvini non abbia detto “muh” dopo i fatti accaduti in Slovacchia e l’arresto di tre italiani in odore di eccessiva vicinanza con la ‘ndrangheta. Non stupisce perché quegli stessi cittadini che nella loro spaventosa ignoranza vedono nelle mafie un motore di sviluppo economico, uno stato-fratello-padre che non è solo di fascistissima memoria assai più vicino dello Stato centrale, odiato perché “impone” leggi ed obbliga – troppo poco – a rispettarle, e soprattutto come un occasione per arricchirsi sotto l’ombrello dell’illegalità, sono quegli stessi Italiani che ciecamente e acriticamente credono alle panzane elettorali del leader della Lega, quello che inventava slogan contro i meridionali e la mafia, ed alla sua narrazione di se stesso come premier capace ora al servizio del Sud [sic].

In tempi elettorali, con le urne che si apriranno tra meno di due giorni (nel momento in cui scriviamo), fare dichiarazioni che confermino che la criminalità italiana reale che viene esportata in Europa è assai peggiore della criminalità degli immigrati inventata a fini elettorali è assai pericoloso per chi giura sul vangelo perché si sente già figlio di dio ed ha basato la sua campagna elettorale sull’odio per il nero. per questo Matteo Salvini preferisce ignorare il problema, anche perché tra i suoi alleati c’è quel Silvio Berlusconi che ha il suo ex braccio destro in galera, con condanna definitiva, proprio per questioni legate alla mafia. Scoperchiare un simile vaso di Pandora non fa bene a Salvini perché poi gli toccherebbe parlare della microcriminalità degli stranieri gestita dalla mafia, quindi in ultima analisi criminalità italiana, ed il giochino dell’odio sociale che dalla pancia degli italiani arriva direttamente alle palle degli stranieri se ne andrebbe a quel paese.

Non giovando più all’immagine dell’orribile Salvini.

Un candidato premier autocandidatosi, perché Berlusconi e Meloni puntano su Tajani, non può – lo insegna la decenza, se solo Salvini sapesse dove la decenza sta di casa – ignorare che in Slovacchia si indaga sulle mafie italiane per l’esecuzione di un giornalista e della sua compagna, giornalista che si stava occupando troppo da vicino di affari nei quali non doveva ficcare il naso. Un candidato premier avrebbe il dovere di dire che la criminalità non ha colore e che tutta, a partire dalle mafie che organizzano il traffico di migranti i quali devono poi rendere loro il “favore”, va combattuta duramente e fino in fondo.

Ma a Salvini, al quale manca non solo la stoffa per guidare il paese, ma anche la decenza del saper vivere, tutto questo non interessa: col vangelo in mano divide i criminali buoni, da quelli cattivi – e quelli cattivi sono tutti neri – gli immigrati buoni da quelli cattivi – e quelli cattivi sono tutti neri – e italiani buoni e italiani cattivi – e quelli buoni odiano tutti i neri.

Questa è l’Italia che vuole Salvini: divisa e con la mafia impunita. Il 4 marzo sapete cosa fare.

 





(2 marzo 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

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