di Giovanna Di Rosa, #Politica twitter@gaiaitaliacom #Sicilia2017
Pare che il candidato del M5S non sia riuscito ad aprire nemmeno questa scatoletta di tonno, maledette siano le scatolette di tonno, perché con il suo 34,6% è assi lontano dal suo avversario Musumeci che è al 40% ed è il nuovo presidente della Regione Sicilia. Quattordici ore di spoglio (chi va piano va sano) con gli adepti di Grillology sguinzagliati per il web cercando disperatamente di correre ai ripari denunciando ad altissima voce, come è loro solito, inesistenti brogli elettorali (si erano appellati all’ONU, mancavano solo richiedessero i Caschi Blu).
Nel frattempo la sceneggiata che ha fatto annullare l’incontro televisivo con Matteo Renzi fortemente voluto dal leaderino Di Maio e poi velocemente annullato dai capi del leaderino Di Maio serve a nascondere un dato: il M5S in Sicilia è al 27,60%, esattamente sette punti sotto il suo candidato ed in linea – decimale più decimale meno – con i sondaggi nazionali. Nel 2012 il candidato che l’abuso edilizio non era poi così abuso aveva portato a casa il 18,7% dei voti con il M5S al 14,88%: hanno guadagnato entrambi. E sono riusciti a perdere.
Il PD, che oggi tutti danno per morto, per mille motivi e ragioni differenti molte delle quali valide, nel 2012 prese il 13,43% dei voti, oggi il suo candidato porta a casa il 18,4% ed il PD porta a casa il 13%. Dov’è la disfatta? Se il PD è morto oggi non si capisce perché fosse vivo nel 2012.
Ora in qualche modo chi già si sentiva padrone della Sicilia e che non aveva risparmiato momenti di pessimo gusto (le storie sugli abusi edilizi, gli attacchi dell’ex webmaster baciato dai Diarchi di Grillology a tutta l’Italia politica, le foto alle piazze semivuote riempite per miracolo, le foto alle piazze piene dove il Grande Abbufalatore si è espresso con toni inaccettabili su mafia e politica), dopo avere tirato in ballo un lutto famigliare di Musumeci in campagna elettorale, perché non rispettano nemmeno il dolore altrui, deve rimediare alla sua inutile protervia. La crescita di una decina di punti del Movimento e l’exploit del suo candidato presidente sono serviti soltanto ad incattivirli di più. Ed ora gridano ai brogli.
Quella non è politica: è una continua manifestazione di odio di gente che si è messa insieme per impedire il governo dell’Italia. Non posso vincere, ma posso farvi perdere come e quando mi pare. Tutto il resto, inviti ad andare in televisione inclusi, è balle a 5Stelle.
(6 novembre 2017 – modificato il 7 novembre 2017, ore 11.30)
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