di Il Capo
E dopo l’ennesimo caso in cui un cittadino italiano è costretto a ricorrere all’estero per trovare quella giustizia che gli è negata in patria e che ha come oggetto la possibilità di scegliere come morire, oltre che come vivere, assistiamo come di consueto alla processione degli orrendi tromboni, gli stessi che con le loro opportunistiche e squallide iniziative politiche bloccano l’Italia da decenni su qualsiasi decisione. Appaiono in televisione, con le loro dichiarazioni, i loro comunicati stampa, i loro inni alla vita. Sono le cavallette fameliche che fanno a pezzi a morte la modernità e l’umanità.
In rapida successione abbiamo ricevuto numerosi comunicati stampa di esponenti di differenti formazioni politiche, non ne pubblicheremo nemmeno uno, tutti contriti nel loro definirsi a favore della dignità della vita e della buona morte, secondo testamento biologico, quel testamento biologico che rifiutano di approvare da tempo. Tutti, nelle loro parole di circostanza false come le diete di Adinolfi che cita Hitler ed handicap a commentare un suicidio assistito, sembrano non avere altro scopo nella vita che non sia quello di considerarla, la vita, come il più sacro ed inviolabile dei diritti. Questo solo e sempre in presenza di una morte che sia anche “mediatica” perché per un voto in più si fa qualsiasi cosa.
La dignità della vita, cari miserabili signori dell’opportunismo, la si rispetta creando un paese dove le politiche sono a favore dei cittadini che tanto amate quando vi fanno comodo; si fanno creando opportunità, cicli virtuosi tra politiche e bisogni dei cittadini dei quali vi ricordate solo quando andate in televisione. La dignità della vita di tutti si rispetta insegnando ad ognuno, attraverso politiche scolastiche intelligenti e veramente inclusive, che la vita è dignità in quanto tale, non più o meno degna a seconda del dio nel quale imponete di credere a seconda della vostra convenienza politica: il dio denaro o quello raccontato Oltretevere. O quello degli Ayatollah che impiccano gli infedeli e tagliano teste.
La dignità della vita la si insegna evitando di distruggerla, quella dignità, con parole inopportune. Non la si insegna andando in tv come Fratoianni a dire che ci si vergogna di essere italiani perché il parlamento non legifera, dopo che esponenti di quel parlamento come lui perdono mesi in ridicoli e patetici congressi di partitini che si fondano e scindono nello stesso giorno.
La dignità della vita non si insegna su Rai3 parlando della morte altrui con Emiliano ed Alessandro Gassmann passando poi subito a parlare di PD e del nuovo film sui social dell’attore romano. Non si insegna nei Tg, non si insegna alla radio, si insegna con la vita e con i valori. Quei valori che non avete. Nemmeno quando parlate di “imbarbarimento del paese”, voi che quell’imbarbarimento avete provocato con la vostra superficialità e grettezza. Con la vostra arroganza e disinteresse.
Un po’ di silenzio, di fronte alla morte, soprattutto a quella altrui, è tanto benvenuta perché sinonimo di intelligenza e rispetto. Lo diciamo a voi, signori della dichiarazione rapida ad uso televisivo o dell’abile post da social che emoziona, che intelligenza e rispetto non sapete nemmeno dove stanno di casa. Se davvero un suicidio assistito in un altro paese vi indigna tanto, tacete, andate e legiferate. In fretta per una volta. Magari un po’ di immeritato rispetto riuscirete anche a riconquistarvelo. Qualora da subito non siate accecati da una nuova possibile occasione di visibilità.
Vincere sul proprio ego, anche questo fa parte dell’insegnare la dignità della vita. Imparatelo per primi. Poi parlate. Se ne avrete ancora voglia.
(27 febbraio 2017)
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