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Matteo Renzi si dimette. Il “No” gongola. Ha perso l’Italia

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Matteo Renzi Primo Ministrodi Giancarlo Grassi

 

 

 

 

 

 

 

Il popolo italiano ha detto “No” alla riforma costituzionale, così che i vari personaggi che la riforma voleva salutare rimarrano con le flaccide natiche sulle poltrone senatoriali ed enti inutili come il CNEL rimarranno in vita. Chi ha votato “No” fra cinque minuti ricomincerà a lamentarsi dei costi della politica, dei politicanti, dei tanti che stanno lì senza fare nulla e sarà così occupato a lamentarsi degli altri da non avere il tempo di pensare che ha perso un’occasione per cambiare le cose. E’ strano questo paese: l’accozzaglia del “No” si guadagna il 60% dei consensi referendari suddivisi tra un numero di partiti e partitini che vanno dalla Lega a Casapound, da Forza Nuova a Sinistra Italiana, da Meloni a Forza Italia, passando per il partito dei nobili decaduti di Monti, per arrivare alla dalemiana corrente degli svergognati che si definiscono “sinistra Pd”. Renzi da solo arriva al 40%. Questo è il dato. I trionfalismi dei nani servono soltanto a confermarlo e Roberto Speranza (Pd) che rivendica la vittoria [sic] e dice che la sua inutile corrente che ha votato con la destra più becera “aveva ragione” fa solo ridere.

 

Questa italietta paternalista che sa dire solo “No” continua a scavarsi la fossa persa tra i commenti di pancia da social, le scie chimiche di Grillo, la confusione e le grida, i lamenti perenni sulla cattiveria di chi vuol male ai giovani e non lascia loro spazio per lavorare e tutto ciò che conosciamo. Renzi parla di festa della democrazia e di cittadini che si sono riavvicinati alle “regole del gioco”. E consegna il giochino nelle mani del fronte del “No”, che ora dovrà trovare la quadra per andare avanti e fare la Legge elettorale. Tutto questo dopo che Renzi sarà salito al Quirinale per dimettersi.

 

 

 

 

(5 dicembre 2016)

 

 

 

©gaiaitalia.com 2016 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

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