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Grillo in Sicilia torna sulla “mafia che non c’è”

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Beppe Grillo 23di Daniele Santi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ il quotidiano La Sicilia a citare Beppe Grillo che dice “Non c’è più la mafia qui: è emigrata al Nord. Né il voto di scambio, perché non c’è più nulla da scambiare…”. Pare lo abbia detto a margine di una passeggiata taorminese pre-spettacolo a Catania, perché l’uomo è un guitto non va dimenticato, mentre disquisiva di quisquilie come reddito minimo di cittadinanza, si sottoponeva a selfie con signore abbondantemente rifatte al fianco, celebrava i suoi figli e gli assegni che stacca mensilmente, e le grandi opportunità della Sicilia che è “regione a Statuto speciale, si potrebbero fare un sacco di cose”. Non è nuovo, il Signorotto pregiudicato, a sortite sulla “mafia che non c’è”. Buon pro gli faccia.

 

E mentre lui straparlava a Taormina il suo fido Di Maio si inventava da Fabio Fazio che a Londra aveva incontrato leader di tutti i partiti inglesi quando nessuno lo ha voluto vedere né incontrare perché, come dicevamo da qualche altra parte, in Gran Bretagna i leader incontrano i leader, non i capetti. E neanche i vice. Dimenticava, il bravo Di Maio, di essere un vice nelle mani di un vero capo, un capo che può farlo fuori in qualsiasi momento come fanno i capi con i sottoposti.

 

E’ il quotidiano La Sicilia a citare ancora Beppe Grillo che parla delle balle a 5Stelle tirando in ballo il suo Movimento che “propone delle cose importanti, facciamolo governare. Il reddito di cittadinanza, ad esempio (…) per sperimentare gli 800 euro al mese per tutti, per salvare dalla povertà milioni di persone, con un piano che abbiamo studiato (…) le coperture (…) ci sono. Qui si può fare, subito”, peccato che il M5S non abbia ottenuto nel 2012 la maggioranza dei voti alle elezioni regionali, sennò avremmo davvero visto cose straordinarie. Purtroppo le stiamo vedendo solo in alcune delle città in cui il M5S governa, vedi Gela e Livorno, insieme alle acrobazie del blog nel server della Casaleggio Associati per raccontare una storia che non c’è.

 

Ci hanno abituati dalle parti del Vate ora capo supremo, morta e sepolta la diarchia, a gioire delle disgrazie altrui e a nascondere le proprie: Il Fatto Quotidiano titolava infatti nella tarda mattinata del 26 aprile sull’ apertura di un procedimento a carico del presidente regionale del Pd, Stefano Graziano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa mentre il blog del Vate (si chiamerà prossimamente Blog delle Stelle, pare, perché la modestia e l’incompetenza vanno sempre di pari passo) parla del fallimento del PD nelle “regioni rosse”, e nulla ci racconta dei conti del blog, della questione delle regole interne del Movimento, delle proposte di Legge sui partiti create apposta per i 5Stelle, degli incarichi pre-5Stelle della candidata alla Poltronissima romana Donna Virginia Raggi, che pare sia stata piuttosto in voga durante gli anni della destra di Alemanno se è vero che ha avuto un ruolo “tecnico” specifica lei, in una società chiamata HGR (della quale Alemanno non conosce, a suo dire, nemmeno l’esistenza), incarico “tecnico” che la Signora a 5 Stelle ha “dimenticato” di inserire nel suo curriculum così come già fece a proposito del suo praticantato nel pregiato Studio Previti.

 

Del resto il buon Grillo che non sa “nemmeno come” si è trovato ad essere un capo politico ed i suoi amichetti mossi dallo stesso spirito vendicativo nei confronti di un potere che ha fatto loro il torto di non accoglierli a braccia aperte, sono ben attenti ad amplificare i problemi con la giustizia di questo o quell’altro esponente politico ed abilissimi a coprire quelli dei loro esponenti (è sempre Donna Raggi a scoprirsi garantista nei confronti del consigliere a 5Stelle indagato a Livorno).

 

Un movimento populista che per governare vuole avere il 50% dei voti più uno, sennò non muove un dito, come Grillo ha affermato in più occasioni, è una forza politica che non nasce per governare, ma con lo spirito del manganello nelle mani di chi, per qualche motivo, si è sentito messo all’angolo e che in nome della propria “purezza” non tanto ideologica ma umana, come dimostrano lo spirito di tolleranza e la capacità d’ascolto e di ricevere critiche che gli esponenti pentastellati dimostrano, vogliono fare solo ed esclusivamente quello che cxxxo gli pare. E qualsiasi mezzo è utile.

 

Tutto questo è possibile nel paese che i Cittadini a 5 Stelle denunciano come una specie di dittatura dove nulla è possibile ed ogni libertà è soppressa. Invito queste Signore e questi Signori a stabilirsi per qualche tempo nell’Arabia Saudita dell’energia rinnovabile (cit. Alessandro Di Battista) o nei paesi dove il terrorismo è l’unica arma rimasta a chi si ribella (cit. Alessandro Di Battista), per vedere l’effetto che fa quando dopo due parole mal poste sul web le autorità arrivano a casa loro e senza dire nemmeno buongiorno li arrestano e sbattono in carcere dove languiranno per una decina d’anni senza avvocato né giusto processo. Invece di avere la non libertà di scrivere qualsiasi cosa su un blog.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(26 aprile 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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