di Vittorio Lussana twitter@vittoriolussana
Poche righe a pochi giorni dallo scempio contro il parco Lipu di Ostia, intitolato al nostro grande poeta e intellettuale Pier Paolo Pasolini, compiuto da alcune forze di estrema destra. Quando, tre secoli fa, l’Inghilterra divenne il principale Paese industriale del mondo, quasi non esistevano i giornali. Oggi, invece, ci ritroviamo nell’epoca della comunicazione di massa, in cui diamo spettacolo di noi stessi a noi stessi. L’effetto di tutto questo è traumatico, come quello di un infante che ha appena vissuto consciamente, ovvero con raziocinio e consapevolezza, il momento della propria nascita. Per bilanciare una svolta tecnocratica così devastante sarebbe necessario possedere una buona classe politica e istituzioni adeguate. Al contrario, la nostra classe dirigente nel suo complesso si rivela, ogni giorno di più, non all’altezza dei propri compiti. E gli italiani? Cosa hanno saputo opporre a tutto questo? Noi analisti e osservatori abbiamo spesso scritto che la società civile fosse ‘meglio’ della nostra classe politica. E che le istituzioni, pur nella loro debolezza, sono abbastanza forti da riuscire a impedire alla società stessa di rinnovarle. Le cose stanno effettivamente così? A noi non sembra. Al contrario, appare sempre più evidente come anche noi giornalisti commettiamo degli errori di valutazione. E che dovremmo ammettere ciò pubblicamente. Invece, sappiamo molto bene come lavarci le mani dei nostri ‘abbagli’ mantenendo solamente qualche riserva mentale rispetto a quel che dovrebbe interamente indignarci. Poiché l’intelligenza non avrà mai peso, mai, nel giudizio di questa pubblica opinione.
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