di Il Capo
Il 6 aprile scorso è stata una grande giornata per il nostro paese. Nello stesso giorno La7 ha dedicato una serata di programmazione al M5S, praticamente una monografia, con Virginia Raggi da Lilli Gruber (patetico e vergognoso il suo nulla condito di plurale majestatis, anche dopo averla vista all’opera potremmo quasi essere certi di vederla sulla poltrona di Primo Cittadino del Campidoglio, secondo la legge non scritta che al peggio non c’è mai fine) ed il Vate ospite nel programma seguente; l’ennesima balla di Beppe Grillo grossa come una casa, ovvero l’utilizzo di una foto di Papa Francesco a Napoli per denunciare un’inesistente folla radunatasi contro il premier Matteo Renzi, viene davvero da credere come sia possibile ricercare il messia in uomini simili, in movimenti populisti il cui unico obiettivo è quello di distruggere perché incapaci di creare, come le loro sortite sul palcoscenico del governo in diverse città dimostra,e quindi l’apparizione da Bruno Vespa del figlio di Mafioso Salvo Riina, mafioso anch’egli, ospitato da Bruno Vespa su Rai 1 tra la finta indignazione della politica (Roberto Fico in primis) ed il silenzio del Primo Ministro, che non è stato proprio una bella cosa. Au contraire.
Caro @beppe_grillo non usare le foto di @Pontifex_it a #Napoli per fare guadagni sul tuo blog @fnicodemo@pdnetworkpic.twitter.com/sTiCMFWTPM
— Francesco Ameli (@francescoameli) 6 aprile 2016
Se Beppe Grillo è stato sbugiardato come se ce ne fosse bisogno da tutto il web possibile, come testimonia il tweet che pubblichiamo qui sopra; se la qualità degli interventi contro l’apparizione televisiva di Salvo Riina è stata pari allo zero; se l’apparizione di Virginia Raggi su La7 è stata la conferma al peggio senza fine; se la seguente intervista al Vate del M5S sulla stessa rete è stata il triste ribadire che la rete si è schierata contro Renzi e pro-Grillo per mere questioni di audience o per ordini dell’editore, la cosa che più ci ha indispettito è stato un tweet di risposta ad un nostro pezzo su Porta a Porta che pubblichiamo di seguito e che dubitiamo sia frutto di una battuta di spirito.
@gaiaitaliacom Basta non guardarlo!
— NickoGe (@GnvNicko) 6 aprile 2016
Il tweet ci ha indispettito non perché ci è stato inviato, anche questo fa parte del gioco e tutto (o quasi) fa brodo, ma perché conferma l’insopportabile tendenza dell’italiuccia media a guardare dall’altra parte. Non importa cosa stia succedendo, cosa si stia facendo, non importa come i potenti o presunti tali maneggino le cose, utilizzando anche denaro nostro, ciò che conta è che “Basta non guardarlo!”, cioè guardare da un’altra parte. Cioè disinteressarsene. Cioè vivere come se non esistesse. Cioè non fare nulla. Cioè scegliere l’opzione del “Che cazzo me ne frega”.
Saggezza, rassegnazione, ignavia o solo provocazione? Non ci interessa, non lo sappiamo (e forse non lo sapremo) e non ci è stato detto. Di fatto la Rai della cui commissione di vigilanza il M5S ha voluto il controllo con la presidenza all’inutile Fico ha già pensato a come rimediare a Riina figlio di Mafioso: basta mandare in onda questa sera (7 aprile, ndr) una puntata sulla lotta alla mafia ed il problema è risolto. Troppo M5S su La7 in una singola serata? Una tiratina d’orecchi dall’Agcom e via andare. Sono obbligato a pagare il canone tivù per vedere merda? Poi mi passa. Il Premier sta in silenzio sulla questione Riina da Vespa? Ha parlato per il Governo Rosy Bindi, nella sua veste di presidente della Commissione Antimafia, proprio come se Bindi fosse autorevole, quindi basta con le lamentele.
Il messaggio che in questo paese continua a passare ed al quale anche i populisti rivoluzionari del blog si sono rapidamente uniformati, è che ci siano persone che possono fare quello che vogliono (e non sono mai quelle accusate di farlo, ma altre, più scaltre ed assai meno visibili) mentre gli altri ingoiano e stanno zitti. Proprio in nome del “Basta non guardarlo!”.
(7 aprile 2016)
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