di Giancarlo Grassi
Il largamente previsto, e prevedibili, successo di Marine Le Pen in Francia nelle elezioni amministrative che proiettano il Front National al 27,1% su scala nazionale (con il 50,1% di astenuti) viene letto da più parti come l’effetto dei recenti attentati terroristi del sedicente califfato islamico, ma le cose non stanno esattamente così. Il Front National era largamente favorito dai sondaggisti da più di un anno, da prima del massacro di Charlie Hebdo, ed era imputabile prima di tutto alla debolezza di François Hollande che ha portato l’elettorato socialista ad astenersi ed anche alla nuova, la seconda, discesa in campo di Sarkozy che i francesi non amano particolarmente, e che non ha portato nuovi voti a quello che ora si chiama Partito Repubblicano e che vince in quattro regioni contro le 6 del FN.
Tradizionalmente gli elettori socialisti francesi non si recano alle urne quando il loro presidente li delude, successe già quando Jean Marie Le Pen si trovò ad essere l’avversario di Jacques Chirac e socialisti (il loro leader del tempo, Lionel Jospin, scomparve dalla vita politica) e destra votarono insieme per impedire che l’intollerante fondatore del Front National, ancora più razzista ed omofobo con l’ascesa al potere della bionda Marine, si prendesse l’Eliseo.
(7 dicembre 2015)
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