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Il Ministro Gentiloni riceve in Italia l’omofobo Museveni

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Gentiloni Museveni Incontrodi Il Capo

 

 

 

 

Son momenti difficili, di grave crisi economica e si comincia a vedere la fine del tunnel così che è necessario mettere da parte gli scrupoli, quando si hanno, e ricevere con i dovuti onori i capi di stato che defecano sui diritti umani fomentando l’odio dei propri cittadini verso altri cittadini in ragione del loro, in questo caso, orientamento sessuale. Non è che il profitto conti più dell’essere umano, è che la fame è brutta. Come direbbe il mio defunto nonno.

 

Poco importa che Museveni sia un dittatore in carica dal 1986, che gestica gli affari interni del’Uganda come un suo fatto privato, che abbia ceduto alle lusinghe (e ai dollari) dell’estrema destra religiosa americana che spinge per l’approvazione di leggi omofobe in Africa, ed abbia approvato una legge votata con la truffa e sbugiardata poi dalla Corte Costituzionale, che imprigionava a vita le donne e gli uomini omosessuali del paese per il semplice fatto di esserlo. Poco importa che Museveni abbia poi fatto un parziale passo indietro annunciando che non c’è bisogno di un nuovo antigaybill considerando che la legge coloniale (14 anni di carcere e lavori forzati) è perfetta per le persone omosessuali del paese. Poco importa che nel paese di Museveni si condanni un ex allenatore di calcio per sodomia portando come prova una crema [sic] che si presume essere usata per i rapporti anali (leggete qui e sbellicatevi dalle risate). O che la legge antigay ugandese abbia poi dato la stura all’approvazione di una serie di altre leggi fotocopia che hanno reso la vita impossibile alle persone omosessuali africane.

 

Ciò che importa è che il presidente con il cappello da cow-boy e l’incedere del buttero, sia stato ricevuto con gli onori che si devono ad un Capo di Stato con il quale fare possibili affari, meglio se gestiti da realtà che hanno al loro attivo anche una certa predisposizione all’omofobia come la Regione Lombardia e la Lega che sta al potere col presidente Maroni.

 

Insomma c’è poco da scandalizzarsi, è la solita italietta dello squallore eletto a gestione politica da ministri e presidenti di regione che hanno, forse loro malgrado, la necessità di costruire ponti che garantiscano nuove opportunità di sviluppo economico dopo una crisi che ha devastato mezzo mondo. Non importa da qui queste opportunità vengano.

 

E a proposito di opportunità, a questo link l’intelligente articolo del sito Gayburg sulla visita in Italia di Museveni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(24 settembre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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