di Il Capo
La dichiarazione televisivata e radiofonata (dico quello che mi pare!) secondo la quale lo scandalo di Mafia Capitale coinvolge anche vip e gente di spettacolo deve avere provocato un tremore ai sacri sfinteri di sì celestiali personaggi, se addirittura Donna Gruber si è inchinata al mondo dello spettacolo invitando in trasmissione venerdì sera, Morgan, lui, il Vate di XFactor, che tra le altre cose ha anche scritto un libro (almeno lui la cultura per scriverlo ce l’ha), per chiederli l’illuminato parere sulla questione mafia capitale/mondo dello spettacolo.
Non è senza umanissimo senso di soddisfazione che mi immagino madonne e madonnari, televisivi volti e televisivi culi, tremare al pensiero di poter vedere la loro fama travolta da sì inumano scandalo; il loro viso fatto e rifatto distrutto non dalla plastica che li deforma, quando loro vogliono solo esser più belli, ma dalla reputazione che si infrange al suolo ed evapora come gocce d’acqua su pietre roventi (che colto!).
Scherzi a parte, non mi stupirebbe: l’ambizione cieca può qualsiasi cosa, fuorché migliorare la propria visione delle cose. Non vedo niente di buono all’orizzonte: le reazioni che registro, leggo, ascolto, rispetto a quello che dovrebbe essere il momento in cui finalmente dire “Basta!” e voltare pagina sul serio.
Dal Pd che se la prende con le preferenze [sic], a Berlusconi e i Cinque Espelle che se la prendono con Ignazio Marino, al solito can can assordante di immonde cazzate che non mirano a risolvere il problema alla radice, ma solo a cercare un colpevole a tutti i costi (prima che la magistratura e la giustizia facciano il loro corso) e a sollevare polveroni con lo stile che ha contraddistinto il ventennio targato Lega/Forza Italia.
Solitaria la voce di Alfano che per una volta nella vita dice una cosa sensata con i toni giusti: “Roma non è una città marcia”.
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