di Giovanna Di Rosa
Il Premio Minerva è un riconoscimento istituito dall’associazione Il Club delle Donne nel 1983 e viene assegnato a Donne che operano nei campi del “Sapere” e che, simbolicamente, rappresentano esemplari modelli femminili per le loro capacità professionali e per i valori positivi di cui sono portatrici (dal sito ufficiale).
Sarebbe interessante sapere quali sono i “valori positivi” di cui è portatrice la vicepresidente iraniana, vicepresidente – e quindi complice – di un paese fondamentalista che discrimina le donne, lascia che vengano impiccate senza clemenza per avere ucciso il loro violentatore, che permette a uomini adulti di sposare 13enni, che raramente punisce l’uomo che sfrega la donna con l’acido, che mette in prigione una giovane che voleva seguire una partita di pallavolo e la condanna ad un anno, che imprigiona attrici e registe, di un paese che per legge considera la donna “la metà dell’uomo”.
Ci vogliono davvero coraggio e faccia tosta per consegnare un premio in onore “ai valori positivi” a Masoumeh Ebtakar vicepresidente di un paese che condanna moralmente e pubblicamente gli uomini che hanno sfregiato con l’acido 380 donne (negli ultimi 12 mesi), ma non li persegue penalmente. Masoumeh Ebtakar vicepresidente iraniana è di fatto complice dei femminicidi che il paese di cui è rappresentante, compie.
Cercheremo di farci spiegare attraverso un’intervista, le ragioni della scelta.
(1 dicembre 2014)
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