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Turchia, Erdogan si vendica dei giovani che lo contestano niente trucco, tatuaggi o barba a scuola

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Ahmet Davutoglu 01di Giancarlo Grassi

L’anima dittatoriale dell’islamista del un colpo al cerchio ed una alla botte – fintamente democratico e filo occidentale nella politica estera, ad esempio contro gli islamisti dell’Is, e rigidamente conservatore e niente affatto moderato quando svilisce i Turchi, la loro storia ed il laicismo di Atatürk – che si è costruito uno stato su misura in stile Putin che governa grazie ai suoi scagnozzi, come l’attuale primo ministro, rigidissimo ed intollerante puritano voluto su quella poltrona dal potere assoluto di Erdogan, si vendica ora dei giovani che lo detestano e contestano con nuove leggi ridicole e liberticide.

Dopo avere permesso di nuovo di indossare il velo nelle scuole alle ragazze, scatenando un putiferio sociale, per accontentarne “alcune che lo desideravano”, il primo ministro iperconservatore Ahmet Davutoglu ha deciso con un colpo di mano appoggiato da Erdogan che i giovani non potranno andare a scuola con piercing o barba. Naturalmente niente trucco per le ragazze.

Mentre le ragazze che lo vogliono potranno indossare il velo per andare a scuola, se lo fanno per motivi religiosi, gli altri non potranno indossare cappelli, berretti o altre cose che possano “limitare il loro riconoscimento”.

La follia religiosa del primo ministro-fantoccio di Erdogan arriva a proibire  – informa il quotidiano turco Hurriyet – l’ostentazione [sic] di simboli politici (il velo cos’è, se non un simbolo politico?), insieme a tatuaggi, piercing, capelli tinti, make-up per le fanciulle, barba e baffi per i ragazzi. Coloro che sgarrano verranno sospesi ed espulsi.

Dodici anni di potere (Erdogan guida la Turchia dal 2002) devono avere dato alla testa dell’uomo, già collerico e dal pessimo carattere di suo, e averlo stimolato verso un irrigidimento dei costumi e della società turca che potrebbe far saltare il tappo della coesione sociale e della convivenza pacifica.

Nel caso succedesse a lasciarci le penne potrebbe proprio essere Erdogan con tutto il suo entourage di yes men contenti di occupare la poltrona che occupano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(29 settembre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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